Nel Punto di ieri ho espresso la mia sintetica valutazione sul voto di domenica scorsa attraverso un ragionamento critico, che investe tutte le forze di sinistra e di centrosinistra a partire da Liberi e Uguali. In primo luogo non aver compreso fino in fondo la richiesta di cambiamento contenuta nel malessere sociale diffuso in tutto il Paese e che si è palesata sul piano elettorale nel voto alla Lega e al M5S. Di quel malessere, caratterizzato da rabbia e rancore, avevo scritto nel post del 4 febbraio. Nel suo editoriale di stamani il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, lo chiama “Il laboratorio del nostro scontento”. Poi vediamo le analisi sui flussi elettorali pubblicate in queste ore, come quelle dell’Istituto Cattaneo, che evidenziano chiaramente come gran parte dei voti persi dal PD si sia diretta verso i Cinque Stelle o verso la Lega. Pochissimo di quel flusso in uscita è arrivato a Liberi e Uguali, e anche gli elettori di sinistra che sono “usciti dal bosco” dell’astensione si sono diretti verso il M5S. E non credo perché spinti dall’insofferenza per le divisioni o per la scissione. Non si va da Di Maio o da Salvini per questa ragione. Penso che nel PD si dovrebbe fare una seria riflessione su questo, anziché stare a ripetere che ciò che è stato fatto in questi anni con il Governo Renzi va tutto bene. Comunque, ripeto, si tratta di una analisi del voto che dovremo fare tutti. Tutti quelli interessati a contrastare la deriva di destra e populista che si manifestata con il voto del 4 marzo. Tanto più che dinanzi abbiamo scadenze ravvicinate come le elezioni comunali e la vittoria della Lega nei due collegi pisani di Camera e Senato non può che rappresentare un motivo di forte preoccupazione. I numeri del voto pisano ci dicono che il centrodestra ha preso 15.149 voti, il M5S 11.630 e il centrosinistra 15.063. Liberi e Uguali ha raccolto alla Camera 4.103 voti e al Senato 4.003, realizzando una percentuale più che doppia rispetto a quella nazionale. Con questi numeri si può battere il centrodestra ma va considerata l’incertezza di un possibile, o quasi scontato, ballottaggio. Tuttavia è bene sapere che nel fare le coalizioni i numeri non si sommano in modo meccanico e cambiano in relazione alla diversità delle situazioni o delle consultazioni. Ma il punto principale è sempre nella capacità della proposta politica di riuscire a raccogliere la domanda sociale prevalente e a indicare le soluzioni. E oggi anche a Pisa aleggia uno scontento che chiede novità e cambiamento. Questo è il nodo che bisogna affrontare per costruire una proposta forte e vincente per le elezioni comunali. Lo andiamo ripetendo da tempo, mentre si continua a parlare solo di nomi espressi in sedi di partito. Comunque come Liberi e Uguali non ci sottrarremo a nessun confronto, partendo ovviamente dalla nostra autonomia e dalla nostra visione della città.
Infine colgo l’occasione e per ringraziare tutti gli elettori e tutte le elettrici di Liberi e Uguali che con il loro voto hanno contribuito ad un risultato più che lusinghiero nel nostro territorio. In modo particolare a Pisa e nei Comuni dell’area pisana. Ciò non ci toglie l’amarezza per il deludente risultato nazionale, ma va sottolineato per riconoscere il valore del lavoro e dell’impegno di molti compagni e compagne che hanno partecipato attivamente alla campagna elettorale.
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