Ovviamente la cosa più importante da fare in queste ore che ci separano dal ballottaggio di domenica 27 e lunedì 28 aprile è fare opera di sensibilizzazione per la partecipazione al voto. L'obiettivo deve essere quello di confermare i consensi acquisiti al primo turno da Marco Filippeschi ( e anche per Rutelli, se avete amici o conoscenti romani).
Ciò è necessario per mantenere e consolidare un forte ruolo di governo nella città. Il nemico da combattere è sopratutto il rischio di astensione, che nel ballottaggio aumenta sempre per ragioni fisiologiche ma che questa volta può crescere di più anche in rapporto alla delusione per le elezioni politiche e al primo ponte primaverile che inizia il 25 aprile.
Pertanto il mio invito è quello di passare un po' di tempo al telefono per contattare persone ed elettori che si conoscono e con cui si può parlare.
Per quanto riguarda la riflessione politica e l'analisi del voto nelle prossima settimana dovremmo trovare i modi e le sedi per un confronto ampio e necessario.
I commenti sul blog di Flavia e Silvia sono già un contributo su cui ragionare, così come è utile scambiarsi le opinioni su interventi che aiutano l'approfondimento.
In questi giorni ho letto un articolo interessante di Roberto Contorni sul Mulino uscito prima delle elezioni ma illuminante per riflettere sul senso più profondo di quanto avvenuto.
E in libreria ho preso, fresco di stampa, il saggio di Aldo Bonomi intitolato “Il rancore. Alle radici del malessere del nord”.
Con tutto ciò non credo che tutto il problema elettorale sia sulla questione settentrionale. Però iniziamo a discuterne……..
2 Commenti
Concordo sulla necessità di iniziare quanto prima la riflessione sui risultati del voto, al fine di individuare gli errori che hanno determinato la pesante sconfitta elettorale, errori che sono certamente di ordine e grado diversi e quindi impongono un esame , a mio avviso, complesso e articolato lungo diverse direttrici. Condivido altresì l’opinione di Fontanelli sull’incidenza relativa della questione settentrionale rispetto all’esito elettorale.
Riterrei fondamentale riservare una particolare attenzione, nell’analisi che si aspetta, al tema dell’informazione-comunicazione nei confronti dei cittadini, a come questa è stata utilizzata e gestita, e mi domando se non sia estremamente riduttivo organizzare dibattiti e incontri prevalentemente, se non esclusivamente, durante le campagne elettorali e non sia invece un metodo corretto mantenere un rapporto costante con la cittadinanza per conoscerne i problemi, i bisogni ed al tempo stesso rendere noti, con un linguaggio comprensibile a tutti, le azioni politiche intraprese e programmate. E ciò sia in veste di forza di maggioranza che di minoranza.
Paola
Forse potresti “prestarci” questo spazio per iniziare a ragionare e a scambiarsi idee ed opinioni…
Intanto segnalo questo meraviglioso articolo di Rodotà del 28 aprile dal titolo “Il linguaggio dei vincitori”.
Inizia così: “SONO francamente ammirato dall’impassibilità con la quale tanti commentatori analizzano i flussi elettorali, esaltano la radicale semplificazione del sistema parlamentare, assumono la Lega come riferimento, si chiedono se siamo entrati nella Terza Repubblica o se la Seconda Repubblica comincia solo ora. Ma tanti dati di cronaca, e le sollecitazioni della memoria, mi fanno poi sorgere qualche dubbio e mi spingono a chiedere se la vera novità di queste elezioni non consista nell’emersione piena di un modello culturale, sulle cui caratteristiche hanno in questi giorni scritto assai bene su questo giornale Nadia Urbinati e Giuseppe D’Avanzo.
Non giriamo la testa dall’altra parte. Quel che è appena accaduto, e si sta consolidando, riguarda davvero “l’autobiografia della nazione”. Non riesco a sottovalutare fatti che troppi si sforzano di considerare minori, che vengono confinati nel folklore, assolti da Berlusconi come simpatiche e innocue forzature del linguaggio da parte degli uomini della Lega. E invece dovremmo sapere (quanto è stato scritto su questo argomento?) che proprio il linguaggio è la prima e rivelatrice spia di mutamenti profondi che investono la società e la politica. L’elenco è lungo, e non riguarda solo la storia recentissima.”
Il resto dell’articolo lo trovate qui: http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/elezioni-2008-sei/linguaggio-vincitori/linguaggio-vincitori.html