Oggi abbiamo votato la fiducia messa dal Governo sul provvedimento del Ministro Orlando in relazione alle “modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario”. Come Articolo UNO-Mdp lo abbiano fatto consapevoli delle cose buone e utili ma anche dei limiti della normativa proposta. Ma ciò che ha prevalso è la necessità di far prevalere la responsabilità sugli istinti distruttivi di chi punta a far saltare il banco senza una minima armonizzazione fra le regole elettorali, che attualmente corrispondono a due sistemi diversi fra Camera e Senato. E anche consapevoli che un passaggio difficile sarà anche quello di domani al Senato con il voto di fiducia sulla cosiddetta “manovrina”. Poteva essere più tranquillo se il Governo e la maggioranza avessero accolto il nostro appello a togliere da quella manovra l’inserimento improprio delle norme che ripristinano i voucher, dopo che erano stati aboliti per decreto allo scopo di far decadere il referendum promosso dalla CGIL. Un vero e proprio scippo di un diritto costituzionale. Ma il dialogo e il confronto, sia sul piano politico che su quello sociale, non sono nelle corde del PD e di questa maggioranza. Per questo la manifestazione di sabato a Roma assume un rilievo particolare: quello di spingere per riaprire uno spazio reale al confronto fra il governo e le forze sociali, fra le istituzioni e le istanze, i problemi fondamentali dei cittadini a cominciare da quelli del lavoro.
Mentre discutiamo di queste cose arriva la dichiarazione di Grillo che prende le distanze dalla possibile approvazione della legge sullo ius soli. E non è casuale la concomitanza con le posizioni di chiusura assunte dalla Raggi a Roma verso le politiche di accoglienza degli immigrati. Il M5S ha avviato la rincorsa alla Lega sul suo stesso terreno. In tutto questo pesa, almeno un po’, l’esito del voto amministrativo di domenica scorsa. Un risultato assai deludente per i cinque stelle e anche per il PD, dal quale esce il segnale di una ripresa di vitalità del centrodestra. Anche in Toscana i dati ci dicono di una situazione difficile, in cui le esperienze di Governo di centrosinistra faticano a confermare i consensi precedenti. Ma indubbiamente il dato più preoccupante è l’aumento dell’astensionismo, o meglio della scelta del non voto poiché si stanno raggiungendo numeri assai elevati rispetto alla storia elettorale del nostro Paese. Nel referendum del 4 dicembre vi era stato un segnale opposto, di ripresa della partecipazione al voto. Ciò a significare che la motivazione conta sempre e se non c’è, è perché manca la convinzione politica, il senso di essere protagonisti di scelte importanti e coinvolgenti. In particolare per le elezioni comunali. A questo si aggiunge una tendenza crescente alla mobilità o alla mutevolezza elettorale. Per questo è necessario che la sinistra e le forze progressiste recuperino presto la capacità di presentare proposte chiare, riconoscibili e mobilitanti. Alternative a quanto abbiamo visto negli ultimi anni e senza ambiguità. L’appuntamento del primo luglio promosso da Pisapia sarà una tappa importante per verificare questa capacità.
Sul piano locale ho seguito da lontano la vicenda del drammatico tentativo di rapina all’oreficeria Ferretti. È comprensibile la reazione di Daniele Ferretti, esasperato per i diversi episodi che lo hanno visto oggetto di furti e violenze. Ero sindaco quando fu accoltellato e rapinato diversi anni fa. Quindi solidarietà e rispetto per una persona che non ha vissuto certamente quei momenti con l’idea di farsi giustizia da sè. Ha reagito ad una situazione di aggressione e di pericolo, e la legittima difesa è prevista dal nostro codice penale e sarà accertata dalla magistratura. Dopo di che certi toni eccessivi e strumentali sono poco utili e negativi. La sicurezza deve essere garantita dalle forze dell’ordine e guai se diamo l’idea che ognuno deve pensarci per conto proprio.
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