Dopo due votazioni di fila sulla fiducia e in attesa della terza, imposte con un grave strappo istituzionale, è necessaria una breve riflessione. Nella tarda mattinata si è tenuta la riunione dell’ufficio di presidenza con tre relazioni dei Questori. Due su problemi connessi alla formazione del bilancio e al controllo sui gruppi e la terza sulla vicenda che ha fatto scalpore negli ultimi giorni sulla base di alcuni servizi delle “Iene”. Si tratta del caso della denuncia fatta da una collaboratrice parlamentare verso il deputato di riferimento, che l’avrebbe sfruttata senza alcuna retribuzione e insidiata su altri versanti. E nel servizio televisivo delle “Iene” si insisteva molto sulle presunte inadempienze della Camera in ordine ai meccanismi di accesso agli uffici dei deputati. Per questo la Presidente Boldrini aveva chiesto ai Questori di fare una verifica e una relazione sui fatti. L’indagine ha ridimensionato molto la vicenda, dimostrando che non ci sono inadempienze sui controlli degli accessi e che sul piano del rapporto fra la denunciante e il deputato accusato c’era comunque un accordo di collaborazione gratuita firmato da entrambi, anche se negato nelle dichiarazioni pubbliche. Ovviamente la nostra verifica non inficia e non sostituisce eventuali azioni legali fra i due soggetti in questione, ma mette al riparo l’istituzione Camera da notizie false e strumentalizzazioni. Su questo piano la riunione dell’Ufficio di Presidenza si è conclusa positivamente.
Nel pomeriggio, in concomitanza con gli interventi e il voto di fiducia, sono iniziate le manifestazioni contro la proposta di legge elettorale e la forzatura istituzionale. La prima promossa dal M5S in piazza Montecitorio, molto partecipata e “aggressiva”. L’impressione è che la scelta del Governo abbia ottenuto l’effetto di rinvigorire l’iniziativa del M5S, che trova la possibilità di sviluppare una battaglia con più argomenti: quello del vittimismo rispetto ad una normativa che li penalizza e quello dell’arroganza e della prepotenza del PD e della maggioranza. Poi in piazza del Pantheon la manifestazione della sinistra, che si è ritrovata insieme per dire no ad una legge che comprime pesantemente il principio costituzionale della rappresentanza e dichiarare la piena rottura verso il Governo Gentiloni che si si è prestato ad una operazione politica che non gli fa onore. Anche perché aveva solennemente affermato al suo insediamento che sulle regole non si doveva procedere a suon di colpi di mano. Invece … Ma forse questa decisione si rivelerà un azzardo, una scelta che può ritorcersi verso chi l’ha assunta, come nel caso del referendum costituzionale.
Ora ci attendono altre ore di polemica e di battaglia politica. Per quanto mi riguarda l’affronterò anche rispettando l’impegno che ho preso con l’adesione all’iniziativa dello sciopero della fame a sostegno della campagna per l’approvazione della legge sullo ius soli entro la fine della legislatura. Le mie scadenze sono per il giorno del giovedì di ogni settimana. Ora inizio.
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