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Legittima difesa o libera offesa?

30 novembre 2018

Continuano i "miracoli" avvelenati del patto di potere tra Salvini e l'amichetto Di Maio: a pagare è il popolo che tanto esaltano. Diminuiscono i reati, ma aumenta la paura con il contributo del Governo: se ne parla il 5 dicembre

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Legittima Difesa Padovani

Abbiamo letto che la Lega si è risentita dello striscione dell’Arci che chiede “+Cultura -Paura”. Evidentemente per loro, per la destra e un po’ anche per i 5 Stelle, la paura è un valore da preservare dato che è proprio sulla politica della paura che hanno fondato le loro fortune. E non è un caso che l’attuale maggioranza di Governo giallo-verde utilizzi il proprio potere non per risolvere i problemi ma per acuirli, con l’obbiettivo di incrementare i voti basati sul senso di paura e di insicurezza. Basta riflettere un attimo sui provvedimenti presi sull’immigrazione, tutti intrecciati con il tema della sicurezza e finalizzati a cancellare ogni spazio per le politiche di integrazione. Si accentua fortemente il carattere securitario dell’azione dello Stato e allo stesso tempo si pensa ad una modifica della legge sulla legittima difesa che ci porta nel far west e alimenta l’uso delle armi a livello personale. Tutto questo avviene in un contesto paradossale. Infatti i dati sul numero dei reati in Italia, confermati proprio dal ministero dell’Interno, dicono che non c’è un aumento ma una diminuzione, mentre i sondaggi di opinione dicono che la percezione della paura cresce. Quindi c’è un allarme reale tra i cittadini ma si tratta di un allarme gonfiato, anche se va preso in seria considerazione. E allora che si fa? Anziché affrontarlo con misure volte a rassicurare la popolazione, anche aumentando la prevenzione e il controllo nel territorio, si esaspera il problema per fini elettorali e si strumentalizzano tutte le occasioni. E’ il caso della legittima difesa: una legge c’è già e funziona. È equilibrata. Certo è necessario che la magistratura svolga una indagine sui fatti, ma nella maggioranza dei casi la difesa viene riconosciuta come legittima, come ad esempio nella vicenda della tentata rapina alla gioielleria Ferretti. È bene che su questi temi si discuta e si cerchi di fare chiarezza. Quella chiarezza che non fanno i media, le televisioni e la rete, che alimentano di fatto la confusione e il senso di allarme. Per questo ogni occasione è importante, come quella di mercoledì 5 dicembre con il professor Tullio Padovani alla Leopolda, dal titolo “Legittima difesa o libera offesa?”, per approfondire i problemi e far conoscere come stanno le cose dal punto di vista giuridico-normativo. Non bisogna dimenticare mai che la paura non rafforza ma, semmai, indebolisce la democrazia. Diminuisce il senso di fiducia e di partecipazione dei cittadini, sviluppa chiusure e risentimenti. E tutto questo, prima o poi, lo pagano i più deboli: ovvero il popolo, quello tanto declamato dai governanti attuali. 

Nelle ultime notizie leggiamo che la maggioranza ha intenzione di mettere la fiducia anche sulla manovra economica. Niente di nuovo, lo faceva anche il centrosinistra. Ed è ormai una pratica permanente, quella del voto di fiducia a ripetizione. Eppure nella passata legislatura il M5S giudicava questa pratica come incostituzionale e inaccettabile, al punto di attuare proteste clamorose come l’occupazione dei banchi del Governo. Ripenso a quante ore di lavoro abbiamo impegnato come Questori e come Ufficio di presidenza della Camera ad accertare e sanzionare le violazioni del regolamento attuate dal gruppo parlamentare del M5S. Ora invece… fiducie a go-go. Anche sulla trasparenza, slogan agitato in continuazione dai Cinque stelle, le cose cambiano. Infatti Luigi Di Maio, candidato a guidare il Governo del Paese e oggi vice-premier, tralascia di scrivere sul suo curriculum e nasconde che è titolare di quote nell’azienda di famiglia, come hanno scritto senza smentite molti giornali. Così come non disdegna il ricorso alle bugie in diverse vicende, come nel caso delle tessere stampate o in stampa per il reddito di cittadinanza. Ebbene, in base ai più elementari criteri di trasparenza proclamati dal M5S si dovrebbero chiedere le dimissioni, e non solo dal Governo ma anche dal Parlamento. Però, però, però… Anche questo è un miracolo del patto di potere con Salvini, il quale ringrazia e difende “Gigino” a spada tratta in ogni occasione, con lo sguardo rivolto ai sondaggi che indicano una certa erosione dei consensi del M5S a vantaggio della Lega.

Da sinistra, invece, notizie sparse. 

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