Che cosa ci promettono le notizie locali per i prossimi mesi? Si risolveranno molti problemi che oggi preoccupano i cittadini di Pisa e del territorio pisano? Con quali speranze possiamo pensare al futuro per la nostra comunità? A stare alle cronache locali e al dibattito che si può percepire sul piano politico non c’è molto che possa rassicurarci. Anzi, sul piano della sicurezza e della lotta al degrado, che è stato il cavallo di battaglia della Lega e della destra per il successo alle elezioni comunali, non si vedono cambiamenti significativi: ogni giorno leggiamo di furti o di risse e fenomeni di spaccio come prima. A Pisa come a Roma. Peraltro proprio nella capitale dove dovrebbe agire con più efficacia ed effetto di deterrenza il Ministero degli Interni. E sarà così anche in futuro se non si interviene sulle ragioni che stanno alla base di certi fenomeni. Se non si contengono gli effetti della crisi e dell’emarginazione, se non si fa opera di educazione e prevenzione, se si favorisce lo sviluppo di un sentimento di odio e di rancore, che – è bene saperlo – funziona in ogni direzione, se si pensa che la soluzione sia la repressione e la galera a vita, non ne verremo a capo. L’America insegna: il livello della violenza e il numero dei crimini, a partire dalle uccisioni, è nettamente superiore ai livelli europei, e anche a quelli del nostro Paese. Però ciò che viene predicato da Salvini, che sollecita ogni giorno i peggiori istinti forcaioli, è di procedere rapidamente verso il sistema americano. E purtroppo tanti italiani, non so se la maggioranza, gli credono, cadono in questo trabocchetto senza pensare che in questo clima politico e sociale si sta seminando qualcosa che avvelenerà la convivenza civile del Paese in modo pesante, non aiuterà certamente la ripresa economica e tutto questo lo pagheranno i ceti più deboli e le nuove generazioni.
Ma torniamo ai problemi locali che dopo un anno di amministrazione leghista confermano una mancanza di visione sul futuro della città e una tendenza a disperdere quanto di positivo è stato progettato o realizzato negli anni passati. Certo, sono state inaugurate opere importanti come l’Incile o il nuovo museo agli Arsenali Medicei, frutto di una maturazione di decenni, e vengono annunciati nuovi interventi progettati da tempo come il ponte ciclo-pedonale tra San Piero e San Rossore, lo sblocco delle torri a Pisanova, la riqualificazione di Ospedaletto. Ma manca, non si vede, un ragionamento su dove deve o può andare lo sviluppo della città, su come salvaguardare le sue caratteristiche fondamentali e creare allo stesso tempo nuove opportunità di lavoro e di buona occupazione nel nostro territorio. Mancano la voglia e le idee per guidare un processo effettivo di collaborazione e di concertazione con le diverse istituzioni cittadine, a cominciare da quelle universitarie e culturali, e poi con i Comuni dell’area vasta. Ancora pochi giorni fa l’Irpet ha ribadito nello studio sull’andamento economico della costa che è necessario pensare ad una visione integrata delle infrastrutture e della logistica per rilanciare l’economia in questa parte della Toscana. Mentre se stiamo alle posizioni assunte dal Sindaco Conti e dagli esponenti della Lega e della destra pisana si percepisce una visione ristretta, determinata da una gestione di parte, chiusa e faziosa, del potere locale. Cosa che ha portato i nuovi amministratori persino a ignorare anche il successo ricevuto dai progettisti del Comune, premiati a livello regionale, per il restauro e il recupero degli Arsenali Repubblicani.
Anche sulle vicende dell’aeroporto Galilei il Comune si sta dimostrando debole e subalterno alle scelte della società Toscana Aeroporti. Per quello che si può intuire dai comunicati sia sulla storia del Bus per turisti che su quella del Pisa Mover gli interessi privati sopravanzano nettamente quelli pubblici, mentre gli impegni sugli investimenti per lo scalo pisano, programmati e previsti da anni, stentano a partire. Inoltre i dati sul traffico passeggeri del primo semestre del 2019, confrontati con quello di una non fa, mettono in evidenza uni scarto significativo fra l’aumento di Firenze (+6,2%) e la diminuzione di Pisa (-5,6%). Ciò non vuol dire che Peretola ruba adesso passeggeri a Pisa, ma dice qualcosa sulle sensibilità della società di gestione e sulla possibilità di controllare le spinte del mercato determinate dalle compagnie aeree. Qualche giorno fa un autorevole esponente dell’imprenditoria fiorentina, animatore della battaglia per la nuova pista di Peretola come nuova frontiera dello sviluppo, ha osservato sul Corriere Fiorentino che “se Ryanair decide di portare i voli su Peretola non ci possiamo opporre….”. Però, poiché il capitano Salvini ha detto che va bene il nuovo aeroporto a Firenze allora tutti zitti e… mosca.
Chiudo con un ricordo che mi è tornato in mente vedendo la nuova edizione di un libriccino di Antonio Tabucchi intitolato “Gli zingari e il Risorgimento”. Nel 1999 lo scrittore vecchianese si fece promotore con altri di una campagna volta a difendere, accogliere e tutelare gli scrittori perseguitati in tutto il mondo, proponendo alle città italiane di “diventare rifugio” con il sostegno del Parlamento. Pisa aderì e Tabucchi mi scrisse una breve lettera di apprezzamento che ho ritrovato in una vecchia cartella. Lettera in cui, tra l’altro, criticava lo sgombero di un campo rom.
Voglio ricordarlo perché con le sue posizioni critiche, talvolta estreme, anche verso la sinistra, ci ha sempre richiamato al valore primario della libertà, della solidarietà e dei diritti umani. Valori da richiamare ancora di più nel tempo presente.
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