Oggi una buona notizia: la nomina presidenziale a senatrice a vita della Repubblica di Liliana Segre. Un segnale importante in una fase in cui riaffiorano tentazioni e iniziative che si richiamano scopertamente al fascismo. Tra l’altro nel 2018 ricorrono gli ottant’anni dalla proclamazione delle leggi razziali in Italia, sulla base delle quali iniziò lo sterminio degli ebrei attraverso l’invio nei lager nazisti, e anche Liliana Segre fu deportata a 13 anni nel lager di Auschwitz. Mentre apprezzo questa decisione di Mattarella mi sorge una domanda: chi è più vicino al fascismo dei due tra la Meloni e Salvini ? Una bella gara, ma ce ne sono anche molti altri, a stare alle dichiarazioni che abbiamo letto qua e là. Ecco una ragione in più per partecipare alla manifestazione di sabato 27 gennaio per il giorno della memoria: MAI PIÙ FASCISMI ! Ritrovo alle ore 15 in Piazza S.Antonio.
Nella mattinata invece ho letto, con un sentimento di ricordo e di affetto, della scomparsa di Michele Gesualdi. Molti giornali hanno messo in rilievo il suo appello di pochi mesi mesi in favore della legge sul fine vita (testamento biologico), lui gravemente ammalato di SLA. Altri lo hanno ricordato come uno degli allievi di Don Milani, coerente nel suo continuo impegno sociale con le convinzioni maturate in quella straordinaria esperienza formativa. Io, nel mio piccolo, lo ricordo come Presidente della Provincia di Firenze negli anni in cui ho fatto l’assessore regionale, dal 1995 al 1998. Ho avuto modo di lavorare con lui in molte occasioni, dato che tra le mie funzioni c’era quella di coordinare il tavolo di concertazione con le istituzioni locali. Lui veniva dall’area cattolica e il suo vice era Riccardo Conti, uomo di sinistra, anche lui scomparso pochi mesi fa. A volte mi capitava di commentare con Riccardo alcune sue posizioni che ci apparivano, dal punto di vista politico, ingenue e poco meditate, a fronte di “problemi più complessi”. Ma la sua profonda onestà politica e morale emergeva sempre, con grande spontaneità, e faceva sì che il confronto e la mediazione trovassero sempre uno sbocco positivo da seguire.
Sulle cronache locali ho letto, giustamente, dell’eccezionale successo che ha riscontrato la trasmissione di Alberto Angela, “Meraviglie”, di mercoledì sera. La puntata era dedicata a Pisa e in particolare alla Piazza dei Miracoli. Molto bella, ben fatta e ricca di informazioni per chi non ha studiato la Piazza. Indubbiamente uno spettacolare servizio per la nostra città e soprattutto per la cultura in generale. Un solo appunto, che forse meritava almeno trenta secondi o un minuto di storia recente. Mi riferisco all’operazione non solo di messa in sicurezza ma di salvezza della Torre portata avanti dalla commissione guidata dal professor Michele Jamiolkowski. Di salvezza sì, perché a metà degli anni novanta la pendenza del monumento sfiorò il punto di rottura e si temette il crollo. E l’intervento, la cura e il restauro che ne seguirono meritano un commento dato che si è trattato di una impresa tecnica e culturale straordinaria, di valore internazionale, del nostro Paese. Qualcuno, a suo tempo, lo ha definito “Il restauro del secolo”.
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