Le notizie principali che occupano i media sono ancora quelle che riguardano i migranti. Ma non perché arrivano, da dove, da cosa scappano. Insomma, quali sono le ragioni di fondo di questo problema, che profondità ha e come affrontarlo nei tempi giusti. Se ne parla soprattutto sul lato della loro distribuzione e, in particolare, sui compiti di accoglienza che vengono scaricati sui Paesi di primo arrivo. L’Europa si dimostra incapace di affrontare e risolvere il problema, condizionata da sovranismi che rimettono in cima posizioni di tipo razzista e xenofobo. L’Italia fa bene a richiamare gli altri Stati a fare la loro parte, ma è difficile ottenere qualcosa se i nostri argomenti sull’immigrazione sono gli stessi di colori che affermano chiusure e respingimenti. Il rischio è che venga la tentazione di pensare che forse il fenomeno si può scoraggiare mettendo nel conto un bel po’ di annegamenti di massa. Come spiegare altrimenti la convergenza europea sulle limitazioni restrittive date alle navi delle ONG. In realtà siamo ancora di fronte alla rinuncia politica ad affrontare il problema, a partire dalla cooperazione internazionale finalizzata a realizzare sviluppo nei Paesi più poveri. In questo contesto la “sfida dei porti” portata avanti da Salvini disvela tutto il suo significato strumentale e disumano. Conversando un amico ha usato per Salvini la definizione “tutto chiacchiere e distintivo”. C’è del vero, però è difficile scherzare quando di mezzo c’è la vita di uomini , donne e bambini.
Anche sul versante dell’economia e delle conseguenti evoluzioni sociali delle popolazioni l’Europa non può stare allegra. E ancora di più il nostro Paese. Gli indici dicono che la “grande ripresa” annunciata non si vede. Anzi, in molti sostengono che è prematuro parlare di fine della crisi. Inoltre con Trump e le destre populiste tornano gli spiriti nazionalisti e con essi i protezionismi. È sempre più evidente che senza una messa in discussione dei meccanismi economici e finanziari che governano lo stato presente delle cose i problemi aumentano. Ormai la crescita enorme delle diseguaglianze, della ricchezza di pochi a scapito dell’impoverimento di molti, è diventata una ragione strutturale della crisi. E quello che si nota in Europa è purtroppo l’assenza di un discorso di sinistra, improntato ad un radicale cambiamento e ad progetto alternativo alle politiche condotte finora, mentre la destra coltiva l’illusione delle risposte nazionaliste.
Di questi temi dovremo discutere per ritrovare una via a sinistra anche in Italia. E dobbiamo farlo a partire anche dalle situazioni locali e territoriali. Il percorso di Liberi e Uguali è appena avviato e come ArticoloUNO-Mdp intendiamo portare un contributo importante. Ne discuteremo lunedì 16 luglio insieme a Roberto Speranza al circolo ARCI di Putignano. Parleremo anche delle elezioni di Pisa e dei prossimi appuntamenti. Per quanto mi riguarda dirò quello che penso di ciò che si è fatto e di quello che secondo me si dovrebbe fare. La vittoria della destra nel nostro Comune non è “un rospo da buttare giù” e il basso grado di reazione preoccupa assai. Per questo mi auguro che agli appuntamenti politici di questo periodo ci sia una ripresa di partecipazione, aperta e senza steccati.
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