Il tema del rapporto tra candidati e territorio irrompe con prepotenza nella campagna elettorale per le elezioni politiche ed è subito causa di scintille tra ex colleghi di partito, oggi sugli opposti fronti di Pd e Leu-Liberi e uguali. Quest’ultima formazione schiera nei seggi uninominali due pisani, Nicola Fratoianni (Camera) e Paolo Fontanelli (Senato). E proprio con l’ex sindaco di Pisa, oggi deputato uscente, parliamo di candiature e riflessi sul voto amministrativo.
Onorevole Fontanelli, perché ha deciso di ripresentarsi? «Mi è stata chiesta la disponibilità sia dal territorio che da parte di Grasso e Speranza, e mi sono messo a disposizione senza problemi o condizioni. Ovviamente il fatto che mi abbiano proposto mi ha fatto molto piacere perché significa che c’è stima e apprezzamento. E comunque vi è una considerazione per la nostra realtà territoriale. L’assenza di una presenza pisana in Parlamento avrebbe indubbiamente effetti negativi per il nostro territorio e per questo credo valga la pena di accettare la battaglia elettorale. La scelta di indicarmi nella candidatura al Senato è molto impegnativa, soprattutto per me, perché si tratta di un territorio molto vasto, ma lo faccio volentieri».
Possibilità di vincere il seggio per la sua formazione, Leu? «So bene che per noi si tratta di un collegio, sia nell’uninominale che nel plurinominale, molto difficile, che parte da una posizione svantaggiata rispetto a quello che fa capo a Firenze. Ma come in ogni elezione contano i voti, e se ne prendiamo tanti l’obbiettivo lo possiamo raggiungere. Certamente questa legge elettorale non è fatta per valorizzare le candidature legate al territorio e nemmeno per chiedere una scelta chiara da parte degli elettori, mescolando impropriamente il sistema proporzionale con un terzo di maggioritario».
Su quali temi punterà? «Il punto principale è quello del cambiamento radicale di quelle politiche economiche e sociali che hanno allargato le diseguaglianze in modo intollerabile. E io vedo due assi principali: quello del lavoro, combattendo la precarietà e la svalutazione in cui è stato spinto in questi anni, e l’altro, quello del potenziamento delle politiche per l’istruzione, la formazione e la ricerca. L’Italia non ha futuro se diminuiscono gli iscritti all’università e i laureati, e se quelli che si laureano vanno a cercare lavoro in altri Paesi. E inoltre si mortificano con decenni di contratti precari tantissimi ricercatori».
Scuola e Università: lei si scontrerà nel collegio proprio con il ministro Fedeli (Pd). Come la vede? «Non è un problema di personalizzazione, ma di politiche. Noi abbiamo criticato aspramente la riforma della scuola fatta dal Governo a guida Pd e l’assenza di una adeguata attenzione ai problemi dell’Università e della ricerca. Pensiamo che sia necessaria una svolta profonda».
Col Pd siete così ai ferri corti? «Mi pare che la tappa della formazione delle liste abbia dimostrato chiaramente che la linea perseguita è quella del partito dei fedeli a Matteo Renzi sulla base di un impianto centrista. Di sinistra c’è rimasto ben poco. E credo che sia illusorio pensare che le cose possano cambiare dopo il voto di marzo. Il centrosinistra rinascerà solo se ci sarà una sinistra forte nel Parlamento e nel Paese».
Ripercussioni sulle Comunali di Pisa: sarete alleati del Pd? «Intanto va detto che Liberi e Uguali nasce ora, con questa prova elettorale, e dipenderà molto dal risultato, dalla sua consistenza in quanto forza che si propone di governo. Dopo il 4 marzo discuteremo e decideremo. Tuttavia la questione che finora abbiamo posto è politica, non di giudizi o veti su quello o quell’altro».
Chi potreste sostenere tra Gelli, Serfogli o Viale? «Abbiamo detto che se si vuole evitare il rischio di una vittoria del centrodestra o del M5S al ballottaggio, come purtroppo è avvenuto in molte città di sinistra negli ultimi due anni, da Livorno a Cascina o da Pistoia fino a Genova e Carrara, bisogna mettere in campo una proposta che parli il linguaggio della novità. Sia sul piano programmatico che sul quello del rapporto fra l’amministrazione e la città. Si tratta di una opinione molto diffusa, come abbiamo ascoltato negli incontri di “Pensieri e Persone Per Pisa”. Per questo parliamo di un nuovo centrosinistra aperto al civismo. I candidati vengono dopo o insieme, comunque non prima».
Intervista di Guglielmo Vezzosi, La Nazione
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