Sala piena alla presentazione del libro di David Allegranti “Come si diventa leghisti”. Credo che, oltre alla curiosità per il libro, l’ampia partecipazione significhi che c’è voglia di reagire sulla vicenda che ha portato al rovesciamento dell’Amministrazione cittadina, consegnandola alla destra leghista, e che la prima cosa sia quella di partire da una seria analisi sulle ragioni della sconfitta del centrosinistra. Il libro di Allegranti è un punto di partenza che certamente non esaurisce questa esigenza. Io stesso, nel mio intervento, ho cercato di indicare i temi essenziali ma mi sono reso conto, mentre parlavo, che lo spettro dei problemi, e lo stesso intreccio fra impulsi nazionali e impulsi locali, è molto più largo di quello che si può discutere in un dibattito. Tuttavia gli spunti ci sono e vanno presi come una occasione per discuterne: dalla questione delle periferie a quella del logoramento del rapporto tra politica, istituzione locale e cittadini, fino a quella della sicurezza, dell’immigrazione e della difficile convivenza cittadina. Sarebbe utile trovare il modo di riprendere e tematizzare questi punti e approfondirli in sedi aperte e senza pregiudizi. Bisogna provarci. Ovviamente senza perdere di vista l’esigenza, anche e soprattutto quando si deve fare opposizione, di mettere in campo idee e proposte che guardano alla soluzione dei problemi con il respiro della prospettiva, con una visione sul futuro della città.
Prendiamo il caso della visita di questi giorni, quella del Ministro dei Beni Culturali, che doveva portare qualche risposta sui problemi più urgenti del territorio pisano. Bene, il Ministro ha detto chiaramente che sul ritorno delle bancarelle nella Piazza non si devono alimentare spinte sbagliate e sui musei statali (S.Matteo e Certosa) ha detto che faranno assunzioni per aumentare il personale. Quando non si sa. Sulla salute della Torre ha detto che va tutto bene, ma questo si sapeva da tempo e comunque il monumento ha un sistema di vigilanza e di monitoraggio permanente che funziona benissimo da anni. Sul nuovo museo delle navi è stato detto che è pronto e che sarà inaugurato entro giugno. La data non c’è, ma è vero che il museo è pronto. Ma alla domanda su che “cosa ha portato questa visita del Ministro” è difficile trovare una risposta. Idee nuove non ne abbiamo viste e le cose dette sul turismo dal Ministro e dal Sindaco sono “vecchie come il cucco”. Lo slogan “Non solo Torre” è datato 1998 e il tema di come cambiare il “turismo mordi e fuggi” è forse ancora più antico. Il problema è che per modificare i percorsi e i tempi di permanenza dei flussi turistici in città bisogna agire su due aspetti di partenza fondamentali: quello della qualità dell’offerta culturale e quello dei servizi ai turisti, compresa la logistica. In tal senso nei primi anni duemila una proposta l’avevamo messa in cantiere con il progetto dismissione e trasferimento delle caserme e con il progetto Chipperfield sul recupero dell’area del S.Chiara. Per fattori diversi è saltata la previsione della porta d’ingresso del turismo nell’area militare fra l’Aurelia e il Lungarno Leopardi. Ma si tratta di una soluzione che non ha alternative strategicamente uguali o simili, e senza la quale il rischio è che i flussi rimangano gli stessi di oggi e che anche il nuovo museo delle navi resti fuori dal giro più grande del turismo, come avviene del resto per il S.Matteo. Per questo penso che quell’idea non vada abbandonata e che, anzi, oggi, con l’apertura del nuovo museo agli Arsenali Medicei, vada rilanciata. Assai poco lungimirante è stata anche la variante che ha permesso di prevedere un supermercato nella adiacente area dell’ex Consorzio Agricolo, che ha tolto ulteriori possibilità di ragionare sugli spazi disponibili. Il fatto di non sentire nelle dichiarazioni del Sindaco niente in proposito alla “porta d’ingresso”, salvo il proposito di istituire navette dai parcheggi scambiatori verso i musei, la dice lunga sulla carenza di visione che domina la scena del dibattito locale.
Un’ultima considerazione sulla scadenza elettorale della prossima settimana. Ho letto che dal 2 al 6 aprile si voterà per l’elezione dell’assemblea del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, cioè di quello che riguarda anche il territorio pisano. Una struttura che si occupa della sicurezza idraulica, idrogeologica e idrica e per il quale si pagano tasse finalizzate allo svolgimento di quelle funzioni. Ho letto che le associazioni agricole (Coldiretti, CIA, Unione Agricoltori) che più si occupano di questi problemi, insieme a Legambiente e WWF, hanno presentato un programma e una lista chiamata “Territori”, con il proposito di gestire quelle funzioni con una forte sensibilità verso la tutela ambientale e la partecipazione democratica. Vedo ora che il centrodestra ha presentato una lista, sfacciatamente rivendicata sul piano politico, chiamata “Prevenzione Sicurezza Territorio” e legata agli interessi delle zone pistoiesi e agli egoismi localistici. Ecco, già questo è motivo di impegno per evitare che prevalgano logiche politiche mirate alla occupazione di spazi di potere. Ma soprattutto ci richiama a pensare che in certi ruoli, in certe funzioni, è bene che ci sia conoscenza dei problemi e competenza reale. E sicuramente tra le persone in corsa la candidatura di Giacomo Sanavio è una di quelle che ne hanno di più. Certamente andrò a votare per la lista “Territo
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