Ieri sono stato al presidio dei lavoratori della TMM a Pontedera, davanti alla fabbrica chiusa dalla proprietà all’improvviso, dopo aver cercato di ingannare i sindacati e i dipendenti con false rassicurazioni mentre avevano già deciso la liquidazione dell’azienda e preparato i lucchetti per i cancelli. Ottancinque lavoratori messi per strada da un momento all’altro. Come non pensare che azioni di questo genere si sono rafforzate e vengono considerate “normali” proprio in relazione alle politiche attuate in questi ultimi anni, che hanno fatto della svalutazione del lavoro la ragione primaria e necessaria per rilanciare l’economia del Paese? In fondo, la filosofia e l’intento normativo del Jobs Act non era , non è, proprio questa ? Qual’era il senso dell’abolizione dell’articolo 18 se non quello rendere più facili e digeribili i licenziamenti? Il messaggio è arrivato, come è arrivato quello che in realtà, con l’ulteriore flessibilizzazione del mercato del lavoro, si trasformavano sì un po’ di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, ma si apriva uno spazio nuovo e enorme per le prestazioni di lavoro precarie e occasionali. Sono questi gli interrogativi che passano per la testa in vicende come questa, insieme alla domanda, che ho sentito fare ad alcuni lavoratori, sul che cosa si fondino le dichiarazioni compiaciute e ottimistiche sulla ripresa dell’economia italiana degli esponenti del Governo fatte negli ultimi giorni.
Certo, in ogni vertenza ci sono delle specificità e comportano iniziative e azioni per ricercare di trovare soluzioni che non lascino il campo alla sola possibilità di fare terra bruciata di realtà produttive e di posti di lavoro. Per questo ci dobbiamo adoperare. Ma è evidente che c’entra, eccome, anche il clima politico generale.
Di tutto questi abbiamo parlato al presidio con i lavoratori e i rappresentanti sindacali, ed erano presenti anche esponenti di alcune forze politiche, come Jonathan Rimicci che fin dall’inizio ha assicurato la partecipazione solidale di Articolo UNO, e del Sindaco Simone Millozzi. Nei giorni scorsi anche gli amministratori regionali hanno portato la loro disponibilità. Per il 21 agosto è previsto un tavolo di confronto in Regione, a cui parteciperanno insieme alle istituzioni territoriali i sindacati, le rappresentanze dei lavoratori della TMM e il commissario liquidatore. Speriamo che per allora, e nel frattempo, si aprano spazi per individuare una soluzione. Su questo mi pare che la Regione e il Comune si stiano muovendo. Io ho assicurato impegno e massima disponibilità sul piano parlamentare. Tuttavia il problema principale in questa fase è mantenere alta l’attenzione e la solidarietà verso questa vertenza e se necessario prepararsi alla mobilitazione. Il nostro territorio non può assistere passivamente ad un ulteriore depauperamento del proprio tessuto produttivo e occupazionale.
2 Commenti
La situazione è grave e preoccupante. Segna un’ulteriore crepa nel tessuto produttivo locale e regionale. Si tratta di crisi frequenti, come quella che attraversano le cooperative di servizi a cui Geofor ha improvvisamente revocato gli appalti. Come nel caso della TTM, decine di lavoratori sono stati licenziati, altri non ricevono alcuna retribuzione da mesi. Essendo Geofor un’azienda a maggioranza pubblica il disinteresse nei confronti delle sorti delle famiglie coinvolte assume una particolare gravità.
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