E siamo arrivati a Natale. Ci siamo arrivati con un dicembre caratterizzato da forti cambiamenti e, purtroppo, da un ritorno preoccupante del terrorismo jihadista. E nonostante che in questo caso il terrorista assassino di Berlino sia stato identificato immediatamente e poi ucciso nello scontro a fuoco a Sesto San Giovanni, è subito ripartita la campagna nefasta che accomuna il fanatismo dell'Isis con il fenomeno migratorio dei profughi. In questa campagna si mescolano e si unificano le inaccettabili posizioni di Salvini e di Grillo, che fanno a gara nella esaltazione delle peggiori pulsioni del populismo. Sul piano politico è appena iniziato il cammino del nuovo Governo guidato da Paolo Gentiloni e c'è già chi vuole farlo inciampare per arrivare alle elezioni il prima possibile, mentre il Presidente Mattarella indica un quadro di scadenze internazionali fondamentali per l'Italia che sconsiglia le elezioni anticipate prima del prossimo mese di giugno.
Comunque il Natale porta con sé l'esigenza di ridare un posto centrale al tema della solidarietà e dell'attenzione verso i più deboli e sfortunati. Come ogni anno, da almeno un decennio, su iniziativa di Adriano Sofri, organizziamo la consegna dei panettoni ai detenuti del carcere Don Bosco. Quest'anno ne abbia portati 310 acquistati alla Coop.Nell'occasione abbiamo registrato un nuovo aumento di presenze che riporta in primo piano il tema del sovraffollamento e delle difficili condizioni della situazione carceraria.
Pensando al Natale la mente va a Betlemme. In edicola di trova il bel volume, appena uscito, realizzato da Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi che parla della città di David e di Gesù, con appunto il titolo di "Betlemme. La stella della Terra Santa nell'ombra del Medioriente". Una testimonianza interessante e carica di messaggi. Con immagini che colpiscono. Soprattutto quelle del muro che la circonda e rende la vita della popolazione assai difficile, e che ai nostri occhi appare e apparirebbe del tutto insopportabile. L'ultima volta che ci sono stato da una vecchia abitazione della città mi è stata fatta notare la vicinanza con il nuovo insediamento di coloni costruito nella collina a poche centinaia di metri da Betlemme. La battuta principale fu nella constatazione che "da una finestra di qua o di là ci si potrebbe persino sparare, siamo a tiro di fucile". Battuta che arrivava dopo la denuncia sulla espropriazione dei terreni subita, per far posto al nuovo villaggio dei coloni programmato dalle autorità israeliane. Ecco che le immagini del libro ripropongono un tema centrale nella vicenda mediorientale, con i suoi fanatismi e fondamentalismi che contraddicono quei luoghi d'incontro fra diverse culture e religioni.Tuttavia BUON NATALE A TUTTI!
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