La scomparsa di Andrea Camilleri non ci ha preso di sorpresa. Si capiva che dopo il suo ricovero in ospedale le sue condizioni erano estremamente difficili. Ma nonostante ciò la notizia ci trasmette un profondo senso di perdita, anche se sappiamo che autori e scrittori del suo livello resteranno per sempre nella cultura di oggi e di domani. Ho letto solo una quindicina di giorni orsono la ricostruzione della sua storia personale attraverso la sua lettera a Matilda, la nipotina, in un libretto intitolato “Ora dimmi di te”. E pochi giorni fa ho acquistato l’ultimo “giallo” con Montalbano, “Il cuoco dell’Alcyon”, e oggi ho iniziato a leggerlo. In queste ore sentiremo e leggeremo sui media una infinità di commenti e di giudizi che mettono in evidenza la portata straordinaria del personaggio Camilleri per la TV, il teatro e la letteratura italiana.
Forse non tutti ricorderanno il suo impegno civile e politico in difesa della democrazia e dei diritti umani fondamentali, a partire dal valore della solidarietà, senza timori e reticenze. Come quando ha detto che faceva fatica a riconoscersi nell’Italia di oggi e ne prendeva le distanze dicendo “non in mio nome”. Ecco, il rischio è che nel mare di apprezzamenti che ascolteremo in questi giorni si possa perdere o stemperare proprio quell’acuto senso critico che lui sapeva esprimere e del quale chiedeva a tutti di non metterlo mai nel cassetto. Soprattutto in questo tempo che viviamo. E’ certamente un caso che quando ho acquistato “Il cuoco dell’Alcyon” in libreria insieme ho preso anche l’ultimo giallo di Petros Markaris ” Il tempo dell’ipocrisia”. Tuttavia lo scrittore greco, con le storie del suo commissario Charitos, riesce a mettere a fuoco non solo i drammi della crisi in Grecia ma anche l’immensa ipocrisia che domina la politica attuale, compresi i meccanismi di formazione del consenso che influenzano gli elettori. Certo, in proposito di ipocrisia, guardando alla vicenda dei rapporti fra la Lega e la Russia, la realtà supera ampiamente molti racconti gialli. Non tanto sul punto del finanziamento corruttivo, del quale sappiamo ancora poco, quanto sull’incredibile quantità di bugie sparate dal vice-premier e Ministro degli Interni Matteo Salvini nel tentativo di nascondere i propri rapporti e le proprie responsabilità. Oltre a comportamenti palesemente contrastanti con il rispetto dei ruoli istituzionali come sono previsti dalla Costituzione. In un Paese normale sarebbero i cittadini, prima ancora delle forze politiche, a chiedere le dimissioni di un simile Ministro. Ma purtroppo questo non è il caso dell’Italia.
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