La buona notizia di questi giorni è la costituzione del comitato promotore del processo costituente di Liberi e Uguali. Impegno ribadito da Pietro Grasso nell’incontro di lunedì scorso a Pisa e mantenuto nei tempi previsti. Ora si apre una fase di confronto politico che porterà nei mesi di settembre e ottobre alla discussione e alla votazione delle linee di valori e di progetto che devono stare alla base della nascita del nuovo soggetto politico della sinistra. Penso che questo passaggio debba corrispondere all’esigenza non solo di sciogliere i nodi tutt’ora presenti ma soprattutto di proporre un’idea è una visione nuova per il rilancio della sinistra, in Italia e in Europa. Pare che anche nel PD si stia avviando una riflessione critica. Un riscontro è nell’intervista di Zingaretti sul Corriere di domenica. Ma siamo ancora ben lontani dal prendere atto, fino in fondo, degli errori fatti in questi anni, che hanno spalancato la porta all’avanzata dei populismi e della destra. Non basta qualche stiracchiata ammissione. Il punto è che il PD deve cambiare profondamente. Parlare di congressi e di candidature alla segreteria, senza esplicitare con chiarezza questo proposito, rischia di aprire la strada a soluzioni cariche di ambiguità. E poiché i tempi per questa maturazione, se ci sarà, sono abbastanza lunghi credo che il progetto di Liberi e Uguali sia importante e necessario per creare gli stimoli giusti ad un confronto serrato sui problemi con tutta la sinistra. Il tema è che occorre comunque un disegno nettamente alternativo a ciò che si è fatto in questi ultimi anni.
Sul piano locale, mentre siamo in attesa di vedere le prime mosse del nuovo Sindaco e della sua maggioranza, si è avviato un timido esame del voto. Noi lo abbiamo fatto anche nell’assemblea di venerdì scorso. Ma per il resto, a vedere dai giornali, si nota ben poco. Però si leggono come acquisite una serie di valutazioni troppo semplificate, che non aiutano a capire. Per esempio si sostiene che il voto è il frutto del problema della sicurezza. C’è indubbiamente un pezzo di verità, ma non appare troppo coerente con il fatto che nei quartieri dove più alta è la tensione (per il fenomeno dello spaccio, per le risse violente tra immigrati, per la microcriminalità, per la confusione della movida, per il degrado del centro cittadino) la destra ha preso meno voti del centrosinistra. Ne ha presi di più dove questi fenomeni sono marginali, penso al litorale oppure a quartieri ex rossi come Riglione o Putignano. Forse ci vuole un ragionamento più approfondito rispetto al messaggio che semplifica il voto con la tesi che sono i quartieri popolari ad aver votato a destra. Diciamo che la realtà è un po’ più articolata e composita.
Comunque è un lavoro di analisi che deve svilupparsi e per essere efficace deve intrecciarsi con i mutamenti economici sociali del territorio.
Quando agli appuntamenti di questa settimana segnalo la presentazione del libro di Angelo Frosini, “Frazioni e Sezioni. Racconti di scuola e di politica”, nell’ambito del Festival internazionale del Teatro Romano a Volterra, per martedì 3 luglio alle ore 18. Alla presentazione parteciperà Massimo D’Alema, con il compito di parlare sulle “passioni della politica”. Non è un tema facile in questi tempi…
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