Lunedì sera abbiamo discusso della situazione politica nell’assemblea pisana di ArticoloUNO-Mdp. Nell’ambito del dibattito sono emersi anche alcuni seri interrogativi sulla posizione politica tenuta dal movimento e da Giuliano Pisapia in particolare. Eravamo alla vigilia di un incontro nazionale convocato per chiarire dissonanze e problemi. Ieri mattina, a Roma, c’è stata a riunione fra ArticoloUNO-Mdp e Campo Progressista che si è conclusa con un comunicato importante, che chiarisce alcune cose di fondo e indica un percorso di confronto e di partecipazione per le prossime settimane. Si parte dalla riaffermazione del progetto di costruzione di un nuovo centrosinistra avviato con la manifestazione del 1 luglio a piazza Santi Apostoli e si dice chiaramente che è alternativo alle politiche sbagliate del PD di Renzi. Si dice che si lavora per aprire un confronto, senza veti e pregiudizi, con tutti i soggetti civici e politici interessati e che si andrà in autunno ad una grande assemblea popolare, evidentemente per definire il profilo e le regole di un soggetto e di una lista unitaria di sinistra da presentare alle elezioni politiche. Nel frattempo intendiamo incalzare il Governo per una svolta reale nella politica economica e sociale in grado di tutelare i più deboli, ben visibile nella legge di stabilità, e poi un impregno imprescindibile e immediato per l’approvazione dello ius soli. Inoltre considerano grave il sostanziale disimpegno sulla necessità di rivedere le norme che regolano il sistema elettorale. Infine si è deciso di attivare un metodo più collegiale nella direzione politica attraverso frequenti riunioni del coordinamento che si è ritrovato nell’incontro di ieri.
Ecco, a me pare che questi intendimenti rispondano positivamente, in gran parte, alle preoccupazioni e alle domande che abbiamo ascoltato nell’assemblea e creino le condizioni per dare una nuova spinta al progetto, anche rilanciando il dialogo e il confronto con i tanti elettori di sinistra o di centrosinistra che non si riconoscono più, o hanno grandi dubbi, con le politiche del PD o della sinistra estrema (quella a vocazione di perenne opposizione) e hanno alimentato enormemente l’area del non voto. Ora spetta a Pisapia e al gruppo dirigente di Mdp e Campo Progressista portare avanti con coerenza i propositi affermati nel comunicato e dare loro le gambe necessarie per agire nella società.
Per quanto riguarda la drammatica vicenda del nubifragio di Livorno e degli allagamenti che hanno riguardato molte zone del territorio e della città, anche da noi, penso che sia necessario affrontare un ragionamento radicalmente nuovo in termini di prevenzione e di cura del regime idrico sia in termini di previsioni e azioni programmatiche sul piano dell’uso delle risorse e del governo locale, e sia sul piano della consapevolezza o coscienza comune – chiamiamola così – di tutta la comunità. Perché è evidente che in questi drammatici eventi hanno pesato scelte sbagliate o “leggere” nella gestione del suolo, come nel caso degli intubamenti di fossi importanti, ma altrettanto hanno pesato le richieste dei cittadini o degli imprenditori che spesso spingono per un consumo del suolo che prescinde dai problemi di sicurezza. A Pisa mi viene in mente la vicenda del fosso che corre lungo Via Livornese. Durante la mia amministrazione abbiamo discusso aspramente sulla richiesta di intubamento, caldeggiata da molti residenti con ripetute raccolte di firme e sostenuta dalle opposizioni di centrodestra, poi sfociata in una denuncia contro il Sindaco “per i cattivi odori” del fosso che ha portato all’apertura di una indagine della magistratura, in seguito archiviata. Io, nonostante il “fastidio” dell’indagine, sono fermamente convinto della giustezza di aver detto no a quella richiesta sulla base di una verità indiscutibile, che è quella del rischio idraulico che comporta sempre il restringimento forzato dei fossi o dei rii che devono garantire il deflusso delle acque. Che sono altra cosa dalle fognature che richiedono soprattutto manutenzione e pulizia. Tuttavia con l’aumento dei fenomeni eccezionali come le “bombe d’acqua” anche i sistemi fognari, progettati con altre previsioni, cominciano a mostrare la loro inadeguatezza.
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