Ora e sempre viva il 25 APRILE. Arriva la festa più bella, quella della Liberazione dal nazifascismo, del ritorno alla libertà, dell’avvio del processo di costruzione della democrazia repubblicana. Quest’anno purtroppo la celebriamo in quarantena, ma non è mancato il tentativo da parte di nostalgici del fascismo, vecchio e nuovo, di approfittarne per provare a svalutarne il valore. Per questo è opportuno partecipare a tutte le iniziative che permetteranno comunque di ricordare e festeggiare il 25 APRILE, come la proposte dell’Anpi di cantare Bella Ciao dai balconi alle ore 15 o le iniziative promosse da #iorestolibero. Coltivare la memoria in ogni modo è l’azione più importante che bisogna fare e che va rinnovata ancora di più nel tempo che viviamo.
Ieri ho letto lo scritto di Corrado Stajano intitolato “Eredità” in cui racconta i giorni vissuti da bambino, da Figlio della Lupa, nel 1939, nella fase delle leggi razziali e della maturazione della scelta di entrare in guerra, fino alla Liberazione. C’è un passaggio che mi ha colpito. Stajano dopo aver descritto la parata dei vessilli del fascismo e del nazismo a cui erano costretti a partecipare gli alunni delle scuole di Como, “tra le grida della folla plaudente che vociava felice i nomi del Duce e del Fuhrer”, commenta: “Ci era passata accanto la Storia, un amen. Non sospettavamo che non insegna nulla agli uomini”. Un passaggio che è anche un ammonimento per il tempo di oggi, un tempo incerto e difficile, che alimenta reazioni confuse e propositi di semplificazione in ogni campo. Ecco, in tempi come questo è più che mai necessario tenere la bussola molto salda sui valori e sugli indirizzi della nostra Costituzione, quella Carta che aveva e ha le fondamenta proprio nella Resistenza e nella battaglia per la liberazione dell’Italia dal fascismo e dall’occupazione nazista.
Buona festa di Liberazione a tutte e a tutti!