La settimana passata è finita molto bene e quella nuova inizia con sapore decisamente diverso da quello di pochi giorni fa. Venerdì e sabato scorsi giravano notizie di sondaggi che davano la destra in netto vantaggio per le elezioni regionali in Emilia Romagna. Quelli più ottimisti per la sinistra parlavano di un sostanziale equilibrio. Invece ecco che nel voto che conta, quello nelle urne, la situazione cambia di molto: Bonaccini stravince sulla candidata leghista e nel voto sui partiti la destra arretra rispetto al risultato delle elezioni europee del 2019 e a sinistra ritorna un po’ di ossigeno. Il dato più importante è la partecipazione al voto, più o meno allo stesso livello delle europee, sicuramente stimolata anche da una campagna elettorale che ha radicalizzato lo scontro con motivazioni nazionali, soprattutto per la presenza e l’attivismo di Salvini. Qualcuno ha scritto che il “capitano” della Lega ha cercato il referendum su di lui con mire plebiscitarie e forse ha esagerato. L’esito è che ci ha battuto una bella “musata”, e questo è certamente il fatto più significativo di questo passaggio elettorale e ci fa molto felici. Credo che questo risultato, ottenuto con il recupero al voto di molti elettori di sinistra che negli ultimi anni hanno scelto l’astensione o il voto al M5S, sia in buona parte il frutto della mobilitazione delle Sardine.
I commentatori politici si sono subito concentrati sul fatto che con questo voto sparisce qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate e si rafforza il Governo. Cosa vera solo in parte perché la pesante caduta elettorale del M5S rende ancora più evidente la contraddizione fra una parabola politica in profonda crisi e una presenza parlamentare decisiva per ogni percorso legislativo e di governo dei problemi. Diventa ancora più necessario e urgente il tema del profilo strategico della maggioranza che sostiene il Governo. Ma sicuramente ci sarà chi pensa ancora di lucrare spazio e visibilità nelle ambiguità del quadro politico attuale. Per questo credo che siamo ancora lontani da una situazione che consenta guardare al futuro politico del Paese con una prospettiva di avanzamento sul piano democratico e sociale. Resta intera la questione di una rigenerazione della sinistra attraverso la costruzione di un nuovo soggetto politico in grado di recuperare la credibilità e la fiducia che si sono perse soprattutto nei ceti popolari e nel mondo del lavoro. Quindi godiamoci la sconfitta di Salvini, ma evitiamo di pensare che la strada sia diventata improvvisamente in discesa.
Una buona occasione per discutere di questo è data dall’incontro di venerdì prossimo allo Spazio Alex Langer con Cecilia Guerra, sottosegretaria all’economia, e Arturo Scotto, che è stato oggetto a capodanno di una pesante aggressione da parte di una squadra di fascisti a Venezia. Invito tutti a partecipare.