L’anno nuovo è iniziato sotto il segno del pregiudizio e della chiusura verso gli immigrati e gli stranieri, tanti da costringere il Pontefice Francesco a rivolgere un appello ai leader europei. La vicenda della nave Sea Watch3 rimasta senza attracco dopo aver soccorso 49 persone è emblematica. Anche le parole spese dal Presidente Mattarella nel discorso di fine anno, ascoltata da milioni di italiani, non hanno trovato attenzione nei nostri governanti. Particolarmente in Salvini, che ha fatto del motto “me ne frego” la costante del suo comportamento di fronte ai problemi dei più deboli, senza nascondere peraltro una buona dose di cinismo verso chi si trova a vivere situazioni di forte debolezza e degrado sociale. Così come non nasconde una certa tendenza autoritaria come quando bolla come traditori i Sindaci che criticano il suo decreto sulla sicurezza, o polemizza con i Presidenti delle Regioni che legittimamente intendono ricorrere alla Consulta per verificare la costituzionalità di quelle norme che violano palesemente diritti riconosciuti. Bene ha fatto la Giunta regionale toscana ad attivare il ricorso nei confronti di un decreto pensato e costruito sul piano degli effetti propagandistici anziché su quello della soluzione dei problemi reali. Con il rischio evidente di un aggravamento delle situazioni di confusione e di incertezza nella gestione sul territorio delle problematiche immigratorie e di un aumento quindi dell’insicurezza. Questo è il problema che hanno posto giustamente Sindaci e al quale non si può rispondere con un editto. Si dice “le leggi vanno applicate, non si discutono!”. Vale la pena di ricordare che proprio po0chi mesi fa a Pisa le Università italiane hanno chiesto scusa per aver applicato senza dubbio alcuno le leggi razziali del 1938. C0000iò per ricordarci che se le leggi sono ingiuste vanno contrastate e cambiate, soprattutto e in primo luogo quando incidono diretta0mente sui diritti umani. Questo tanto per ribadire che ci sono anche valori e principi da tutelare. Tuttavia il carattere propagandistico del decreto Salvini, pericoloso sul piano del messaggio, pare faccia acqua sul piano dei propositi normativi e della loro efficacia. Sul Tirreno di oggi un documentato articolo di Emanuele Rossi e Francesca Biondi, entrambi della Scuola Sant’Anna (in allegato), mette in rilievo molte contraddizioni normative che darebbero comunque ai Sindaci lo spazio iscrivere all’anagrafe del comune “gli stranieri residenti, comprese le disposizioni relative alle persone senza fissa dimora”. E ciò garantirebbe la possibilità di ottenere la copertura dei diritti primari, a partire dalle cure sanitarie. Ecco, credo che da parte dei Sindaci queste ipotesi vadano verificate e attuate, perché si copra tutto il campo delle opportunità per contrastare un decreto fondato sulla disumanità.
Va detto che anche il M5S porta delle grandi responsabilità su queste scelte. È vero che nelle sue fila c’è del malessere, che Di Maio cerca di calmare con qualche presa di distanza dalle affermazioni di Salvini, ma nei fatti i grillini inseguono le posizioni del capo della Lega. Lo faranno anche sulla legittima difesa, perché al di là del gioco delle parti, nel quale cercano di differenziarsi dalle politiche sicuritarie e di destra, quello che cementa l’alleanza di Governo fra i vertici del M5S e la Lega è l’occupazione del potere come fondamentale esercizio della loro forza politica, esclusivamente finalizzata agli obbiettivi del consenso elettorale. Non so se e quando gli italiani, o almeno la maggioranza degli italiani, si porranno la domanda su quale sarà il prezzo da pagare a politiche totalmente imperniate sul loro effetto elettoralistico. Ma un fatto è certo: senza una visione capace di creare coesione e fiducia, che comporta meno rancore e più spirito di solidarietà, l’Italia non avrà un grande futuro. Il titolo di un documentato articolo sui problemi i migratori recitava così: “Solo nei Paesi destinati al declino gli stranieri sono una maledizione”. Ecco, pensiamoci, e ci pensino soprattutto gli elettori che hanno cercato il cambiamento in direzioni sbagliate.