Stamani allo sciopero dei metalmeccanici e alla manifestazione a Pontedera sulla vertenza Tmm. La situazione resta molto difficile per la grave e ingiustificabile decisione di mettere in liquidazione l’azienda pontederese, venendo quindi a mancare l’interlocutore principale con cui trattare la sopravvivenza e il rilancio dell’attività produttiva. Tuttavia qualche speranza si è accesa con l’iniziativa delle istituzioni locali, Comune e Regione, che hanno chiamato in causa la Piaggio, titolare delle commesse, e le imprese del territorio. Anche perché è evidente che una ulteriore depauperazione del “sistema indotto” in Valdera alla fine mette in discussione, ancora di più, la realtà produttiva e la presenza della stessa Piaggio a Pontedera e in Italia. Non dimentichiamo che più di una volta il management dell’azienda, parlando del rilancio e della tenuta del bilancio, ha messo l’accento sul fatto che l’equilibrio si tiene in piedi grazie all’attività industriale intrapresa in altri Paesi, a cominciare dal Vietnam. Quindi la vicenda della Tmm va vista anche dentro questo scenario ed è per questo che occorre mettere in campo tutte le iniziative necessarie per cercare uno sbocco positivo, oltre ovviamente al tema della difesa del posto di lavoro per gli ottantaquattro dipendenti lasciati per strada dalla sera alla mattina. E anche in questa occasione intendo ribadire ai lavoratori e ai sindacati la piena disponibilità ad assumere le iniziative parlamentare ritenute più utili per incalzare i ministeri del lavoro e dell’industria, che sono stati già interessati.
Per quanto riguarda la situazione politica, veniamo da una settimana pisana di notevole interesse per l’ampia e significativa partecipazione ai due dibattiti che hanno visto protagonisti Pierluigi Bersani al Calambrone e il duo D’Alema-Rossi a Buti (sotto la fotogallery con le immagini delle due serate). In entrambe queste iniziative è emersa, nella linea di ArticoloUNO-Mdp, l’esigenza di fondare il progetto di rilancio della sinistra italiana sulla base di proposta politica che indichi una svolta profonda per il Paese, innanzitutto sul piano economico e sociale, e anche sul recupero di valori centrali come la dignità del lavoro e la solidarietà. Una sinistra che lavora per un nuovo centrosinistra in grado di governare l’Italia e che si organizza in piena autonomia dal PD. Per questo la prima condizione è quella di rifiutare l’idea di un compromesso trasformistico con formazioni di centrodestra come quella di Alfano. Quanto a politiche centriste ce ne sono già abbastanza nel PD. Dunque, come ArticoloUNO sul territorio ci siamo e dobbiamo prepararci ad affrontare le prossime scadenze elettorali, a cominciare da quella per il Comune di Pisa su cui si percepiscono notevoli preoccupazioni. Nell’ultimo taccuino ho cercato di argomentare con l’analisi del voto come il problema principale per far vincere il centrosinistra sia quello di recuperare nell’area dei delusi di sinistra che si sono rifugiati nella scelta di non votare, di astenersi. Ma pare che nel PD questo tema non trovi nessun interesse e si insiste sull’idea del voto utile in un contesto di radicalizzazione dello scontro politico. Renzi dice e ridice che l’unico argine al populismo è il PD ma dimentica di evidenziare che il populismo è aumentato proprio durante il suo governo, così come fa finta di non vedere le sconfitte elettorali che il suo PD ha inanellato negli ultimi tre anni. Il problema è che molti nel PD gli credono, come abbiamo visto al congresso, e pensano che il quadro sia ancora quello delle elezioni europee del 2014. Ma il contesto è radicalmente cambiato e se non si vuole consegnare il Paese alla destra è necessario rimotivare e portare al voto tanti elettori di sinistra e di centrosinistra che non si riconoscono più nel PD di oggi. E questo vale anche per i Comuni, dove con il sistema del ballottaggio diventano fortemente competitivi anche i candidati del M5S.
In tal senso le posizioni assunte finora dal PD pisano destano non poche perplessità. Anziché disporsi ad un confronto aperto con la città e con tutte le forze progressiste e di centrosinistra ha proposto un percorso che fa perno sul ruolo e sulle candidature del PD, dichiarando casomai la disponibilità a fare le primarie di coalizione. Il primo effetto è la nascita di una candidatura autonoma dal centrosinistra sostenuta dai “riformisti”, che fanno tutt’ora parte della maggioranza di centrosinistra. Non c’è male come “allargamento della coalizione” e come tenuta della maggioranza uscente. Noi, come Articolo UNO-Mdp, insistiamo nel dire che questa non è la via giusta. Se si è convinti che niente è scontato, come dimostrano le recenti amministrative, e si vuole riconfermare una guida di centrosinistra al Comune, è necessaria un’azione di recupero del rapporto con la città, in tutte le sue articolazioni, sulla base di un confronto ampio e aperto finalizzato al progetto per i prossimi dieci anni. Ed è in questo contesto che si pone il problema di individuare le persone più adatte a rappresentare la novità e a svolgere le funzioni primarie. Per questo abbiamo parlato di “progetto civico per Pisa” e non di lista o liste civiche. Non è cancellando o indebolendo il ruolo della politica che si rafforza il Governo delle città. Per il prossimo 18 settembre è prevista una nuova assemblea pubblica di Articolo UNO per parlare di Pisa e nell’occasione faremo il punto anche sui temi del confronto con le forze politiche e sociali della città. Chi è interessato lo metta in agenda.