Dall’Assemblea di Articolo UNO-Mdp di Pisa è uscito un impegno chiaro e deciso in direzione del sostegno per Andrea Serfogli nel ballottaggio del 24 giugno. Il rischio di una possibile vittoria della destra e della Lega è reale e rappresenterebbe un una svolta involutiva per il governo della città. In primo luogo sul tema della sicurezza, se per sicurezza si intende lavorare per costruire le migliori condizioni possibili della convivenza sociale e civile. Che è altra cosa dal pretendere, giustamente, che lo Stato garantisca l’azione necessaria per contrastare i reati, piccoli o grandi che siano, dallo spaccio ai furti, ai borseggi, all’abusivismo. Non questi che spetta innanzitutto al Comune. Quello che deve fare il Comune è agire per combattere e attenuare i fenomeni del degrado urbano, in qualsiasi forma si manifestino, attraverso una adeguata attenzione ai rapporti con i cittadini nei quartieri, a cominciare da quelli esterni al centro storico. Non a caso sui media, in ordine dell’avanzata della Lega nelle zone più periferiche, si sono ascoltate molte lamentazioni di cittadini che si sentono abbandonati in mancanza di una interlocuzione con gli amministratori comunali. Tuttavia le posizioni portate avanti dalla destra e dalla Lega si muovono oggettivamente su un terreno di incremento delle contrapposizioni e delle conflittualità, che di fatto aumentano le insicurezze anziché ridurle. Per non parlare poi della visione di chiusura e di intolleranza di cui sono portatori. Una visione decisamente contraria agli interessi di Pisa, che per le sue caratteristiche di città universitaria e di grandi servizi, ha bisogno di apertura, attrazione e di scambio a livello internazionale. Inoltre la destra e la Lega propongono interventi sulle politiche sociali che riducono la sfera dei diritti e puntano alla pura assistenza caritatevole o clientelare. Credo comunque che anche da Serfogli debbano venire parole e impegni più netti e leggibili sia sul tema del futuro della città che su quello del rinnovamento nella gestione politica e amministrativa del Comune. La continuità, come abbiamo affermato più volte, non paga. Ma sugli aspetti programmatici locali mi fermo qui, per ora, anche se mi pare evidente il vento populista che spinge il leghismo. La formazione del Governo nazionale ha dato nuovo ossigeno a Salvini che ha rilanciato la sua rozza e cinica campagna contro gli immigrati come terreno di sfogo per il disagio sociale e il malcontento degli strati più poveri. Noi dobbiamo dire, soprattutto ai ceti popolari, attenzione a non cadere in un abbaglio. La politica di Salvini è tutt’altra cosa dalla necessità di rimettere al centro i valori della giustizia e della lotta alle diseguaglianze. Anzi è il contrario. Le sue proposte sulle tasse, sul condono, sul contante senza limiti, vanno nel senso di favorire i più ricchi e gli evasori. È bene rendere evidente questo fatto. La sua costante iniziativa volta a creare contrapposizioni e esasperazioni sociali serve a coprire la sua vera essenza, che è quella non di cambiare ma di conservate gli attuali equilibri sociali contro ogni ipotesi di redistribuzione della ricchezza. Un classico del qualunquismo e del trasformismo italiano.
Mi auguro che dal turno dei ballottaggi, a Pisa come a Siena e Massa, venga un segnale di risveglio da parte dei tanti elettori democratici e di sinistra che per delusione o disimpegno il 10 giugno hanno scelto l’astensione. Un segnale utile e necessario per riattivare la mobilitazione e la battaglia contro politiche che impoveriscono il Paese e le classi popolari.