La navigazione della nuova maggioranza di governo è appena iniziata e le acque si fanno già molto agitate. Non era difficile immaginarlo vista l’operazione furbesca attuata da Matteo Renzi, che prima tratta e acquista posizioni ministeriali per la sua componente in nome dell’unità del PD e subito dopo esce dal partito e ne fonda un’altro, con il proposito di tenere sotto scacco il Governo. Un imbroglione, l’ho sempre detto. Bravo, ma un imbroglione. E non da ora. Non basta ricordare lo “stai sereno” scritto a Enrico Letta mentre brigava per sostituirlo. E neppure le sue manovre nei famosi 101. I franchi tiratori che portarono alle dimissioni di Bersani. Se uno ripercorre e riflette con calma sugli anni della sua guida del PD e del Governo ritrova chiaramente le ragioni che hanno portato alle sconfitte elettorali e alla perdita di credibilità del PD e della sinistra negli ultimi anni. Comprese una serie di suggestioni e parole d’ordine che hanno aperto la strada al disprezzo per la politica. Altro che “fuoco amico”, semmai è il fallimento del suo ego-leaderismo. Ma il bello è che la sua tendenza all’imbroglio non si è arrestata, e l’intenzione è quella di portarla avanti anche nelle prossime scadenze delle elezioni regionali e locali. Forse è il caso che Zingaretti si svegli, superando l’idea di una pratica unitaria fatta di esclusivamente di mediazione sugli equilibri interni.
Comunque, a mio parere, i problemi per il campo progressista e di sinistra sono ben più seri dei guai che può procurare Renzi con il suo disegno centrista. Penso che il tema centrale di questa fase sia indirizzare l’azione del Governo verso una prospettiva che assuma un orizzonte strategico di rinnovamento del Paese e della democrazia italiana, fortemente ancorata all’equilibrio sociale e all’equità fiscale, su cui lavorare insieme al M5S. Certo, sfidandolo a stare in questa prospettiva e ponendo con forza le questioni decisive che riguardano il futuro del pianeta, come quella ambientale e climatica fortemente connessa con la questione sociale e con i processi demografici e migratori. Ma questa sfida ha anche bisogno che in campo ci sia una sinistra forte, visibile e credibile. E anche con una nuova classe dirigente. Ma tutto questo non viene da sé. In questo senso c’è bisogno di tante energie e di tutte le esperienze disponibili a mettersi al servizio di tale disegno di rinnovamento. La cosa peggiore, a mio parere, è mettersi da parte a guardare. Anche se la tentazione è forte, soprattutto per la propagazione dell’ipocrisia che invade diversi livelli della società e in particolare il sistema dei media. L’informazione italiana, dalle TV ai giornali, non è affatto esente da colpe in ordine alla degradazione politica e civile del Paese. E pure questo è, o sarebbe, un tema su cui ragionare.
Tuttavia in questo contesto è giusto segnalare i fatti positivi, le iniziative che possono contribuire a seminare qualcosa di buono. In proposito un ottima occasione è stata la discussione di giovedì scorso allo Spazio Alex Langer nell’incontro con Elly Schlein, molto seguita anche via streaming. Sul tema dell’ambiente e dell’emergenza climatica in particolare e delle sue connessioni, è necessario agire con iniziative specifiche anche nei prossimi mesi, per allargare il livello di conoscenza e di sensibilità in relazione alla spinta che viene anche dal movimento dei giovani studenti che non deve essere sminuita come un fatto momentaneo o provvisorio.