Il “bilancio” della tre giorni di politica promossa da ArticoloUNO alla Leopolda pisana è certamente positivo. L’obbiettivo principale era quello di mettere in piedi un punto di discussione e di confronto sul tema della crisi della sinistra dopo le pesanti sconfitte elettorali di marzo e di giugno. Il titolo, “Sinistra: ci sei?”, poneva chiaramente la domanda e aveva, in qualche modo, l’ambizione di provare a suscitare una maggiore reazione nel variegato mondo della sinistra. Credo che il segnale, almeno per quanto riguarda una parte della sinistra cittadina, ci sia stato. Non sono mancati momenti significativi di confronto ma, allo stesso tempo, possiamo dire che non tutte le aspettative si sono realizzate. Soprattutto sul piano della partecipazione che poteva essere più ampia. Ma anche questo è un segno dei tempi: sono tanti ormai quelli che non risparmiano critiche o consigli alla sinistra sulla rete ma si tengono alla larga dalla partecipazione a iniziative e confronti diretti. Del resto anche sulla volontà di reazione, rispetto ad una situazione politica nazionale e pisana segnata da una crescita della destra leghista e da una pesante regressione culturale, si nota una certa timidezza. Prevalgono posizioni di scoraggiamento, di scetticismo o di attesa, spesso giustificate con la delusione politica. Tutto ciò è comprensibile e, talvolta, ben motivato. E ovviamente non basta gridare all’allarme per il “fascismo incombente”. Anzi è un errore. Tuttavia ci sono segnali che non possono essere sottovalutati. Mentre a Pisa si tiene una importante cerimonia del ricordo e delle scuse sulle leggi razziali del 1938, che aprirono la strada prima a odiose discriminazioni e poi allo sterminio degli ebrei, dei rom e dei sinti, si propongono norme che introducono differenze sui diritti di cittadinanza con riferimento alle etnie, e nella società si alimentano sentimenti di odio e di intolleranza. Significativo il caso del deputato pisano Ziello, che si è visto cancellare il proprio post dall’amministrazione di Facebook in ragione “dell’incitamento all’odio razziale”. Comunque per la sinistra, o per coloro che si richiamano ai valori della sinistra, oltre al problema di riprendere la capacità di fare battaglia culturale c’è sicuramente l’esigenza di riordinare le idee e di mettere in campo proposte politiche in grado di indicare una alternativa alla situazione attuale. Sulle ragioni della disfatta molto si è detto, anche se una seria riflessione critica nel PD, in particolare, l’hanno fatta in pochi. Ma nessuno può dirsi estraneo agli errori commessi nell’ultimo ventennio. Però adesso il problema principale è quello di guardare avanti e cercare di individuare le linee e il progetto per costruire una alternativa efficace e praticabile, partendo dal fatto che il “centro-sinistra” non esiste più, lo ha detto anche Orlando. Il tema oggi è quello di ricostruire una credibilità per la sinistra. Ovviamente bisogna partire dai contenuti, dalla individuazione e condivisione di idee e proposte in grado di indicare e rappresentare un mutamento dalle politiche fatte in questi anni, subalterne ad un assetto economico e sociale che ha incrementato enormemente le diseguaglianze. Io penso che senza un nuovo soggetto politico, capace di interpretare bisogno di cambiamento e spirito unitario, questa strada sia molto impervia e complicata. È il tentativo in un certo senso perseguito con il progetto di Liberi e Uguali, che però non è decollato con le elezioni e che adesso ristagna nei veti e nella indecisione dei gruppi dirigenti di Mdp e Sinistra Italiana. Abbiamo ascoltato sbalorditi anche le parole di D’Attorre sullo stallo attuale.
Tuttavia preoccupa anche, e forse di più, il livello di confusione politica che attraversa tutta la sinistra e che sicuramente non si risolve con le conte interne, di tipo congressuale o di altro genere. È evidente che quello che ci vuole è un processo innovativo di forme, di contenuti e di gruppi dirigenti che abbia la forza di rigenerare la sinistra. E questo riguarda tutti, ma andrebbe sostenuto con un contributo di generosità e di solidarietà da parte di chi in questi anni ha tenuto in mano le redini del movimento articolato della sinistra che, nel bene e nel male, ha raccolto successi e sconfitte. Di positivo c’è che un po’ di energie ci sono, come abbiamo visto negli incontri della tre giorni, e hanno voglia di fare.
Per quanto riguarda Pisa, dopo il terremoto delle elezioni comunali, quello che prevale è l’attesa per capire cosa intende fare o è capace di fare la nuova maggioranza di destra che governa il Comune. Finora si è visto molto poco. I leghisti continuano a sbandierare il tema della sicurezza, ma dalle pagine dei giornali continuano ad arrivare notizie quotidiane su furti, spaccio, aggressioni e accoltellamenti, esattamente come prima. Non è che i problemi si risolvono mettendo la polvere sotto il tappeto, ovvero nascondendoli, come pensano di fare certi amministratori. E comunque, ora che c’è piena sintonia con il loro Ministro degli Interni e con gli organi di sicurezza non hanno scuse. Vedremo se sono in grado di uscire dalla propaganda e modificare lo stato delle cose, nel senso di una vera riduzione dei reati e delle tensioni sociali. Noi ce l’auguriamo. Tuttavia il problema di fondo per la città resta quello di una visione e di un disegno per lo sviluppo futuro, in grado di assicurare lavoro, occupazione e una buona qualità della vita per la nostra comunità e i suoi ospiti, che sono tanti. Su questo piano c’è buio completo. Chissà se il Sindaco e la sua giunta, dopo aver preso un minimo di confidenza con la propria funzione, inizieranno ad accendere qualche lampadina.
Anche se, proprio mentre scrivo queste righe, apprendo con rabbia e preoccupazione del gravissimo incendio che sta devastando il Monte pisano. In questi terribili momenti tutta la mia vicinanza va alla comunità della Val Graziosa, al suo Sindaco Ghimenti e a tutte le donne e gli uomini dei soccorsi che stanno mettendo anima e corpo per spegnere l’incendio.