Nel calendario dell’aula alla Camera di questa settimana l’argomento più importante è la comunicazione del Presidente del Consiglio Gentiloni in vista del vertice europeo. Come punti specifici ci sono provvedimenti sull’organizzazione della Protezione Civile e sulla tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale. Ma il tema politico che tiene banco è la vicenda Consip e la mozione di sfiducia sul Ministro Lotti. Pesa l’insistenza strumentale del M5S, con una evidente forzatura politica tesa ad alimentare un clima che punta alle elezioni anticipate, peraltro su questioni che solleticano molto il sistema mediatico. Tutto ciò accentua non poco la confusione attorno alla tenuta del Governo. In tal senso non era fuori luogo, per ragioni di opportunità politica, l’affermazione di Cuperlo sull’ipotesi di un passo di lato del Ministro, o quella di Speranza che chiedeva, come in altri casi di Ministri nei Governi precedenti, le dimissioni al solo scopo cautelativo e per fare chiarezza senza sospetti di sorta. Ciò non mette in discussione il principio della non colpevolezza fino a condanna definitiva, e tanto meno quando non esiste ancora un reale procedimento di accusa. Tuttavia vicende di questo tipo non mi appassionano e credo che agitarle troppo non faccia bene alla politica. Molto meglio lasciare che la magistratura faccia il proprio lavoro e semmai fare valutazioni di fronte a fatti chiari e verificati.
Mi interessa invece di più capire e approfondire il nesso fra la formazione di aggregazioni e di scelte politiche e la loro influenza su meccanismi e relazioni di intreccio con specifici interessi economici. In tal senso un discorso è stato avviato da alcuni commentatori che vedono proprio in questo intreccio un aspetto debole e non chiaro del renzismo. Impressionante l’articolo di Ezio Mauro su Repubblica di sabato. Ma passiamo ad altro.
Oggi prima apparizione in aula del Movimento Democratici e Progressisti. Sono stati assegnati i posti al nuovo gruppo, mentre per quanto riguarda gli uffici avevamo già risolto i problemi la scorsa settimana. La nascita del nuovo gruppo ha comportato anche una ridefinizione delle presenze nelle commissioni. Quindi una fase nuova per diversi deputati e anche per me. Almeno in parte, perché se il lavoro di Questore resta lo stesso gli impegni in un piccolo gruppo sono più intensi.
Un’occhiata alla rassegna stampa locale e mi ha colpito la notizia della temporanea occupazione dell’Emporio della Caritas del Cep da parte di un gruppo di antagonisti.Come possa passare per la testa di alcune persone l’idea di fare un blitz, con megafoni e striscioni, in un luogo dove vanno le famiglie indigenti e i poveri che hanno bisognodi aiuto per poter mangiare, è davvero difficile da capire. Un luogo che rappresenta uno dei pochi strumenti di sostegno concreto ai bisognosi, costruito sulla base del valore della solidarietà e con il contributo del volontariato. Un luogo che va difeso e sostenuto. Solo pochi giorni fa la Caritas ci ha ricordato che nel 2015 la povertà assoluta in Italia è cresciuta del 150% e che oltre quattro milioni e mezzo di persone non accedono a beni e servizi necessari per una vita dignitosa.
La crisi ha prodotto un calo di occupazione e di redditi enorme che ha ripercussioni sociali drammatiche. In più nel mercato del lavoro si sono diffuse forme di prestazione temporanee e occasionali che non garantiscono tutela e assistenza. È il caso dei voucher. Uno strumento se non da abolire da rivedere e limitare radicalmente. Il referendum promosso dalla Cgil è un passaggio importante e fanno bene i dirigenti del sindacato, come hanno fatto a Pisa, a sollecitare il Governo per fissare la data della consultazione. Anche perché con una scadenza certa e definita il dibattito sulla necessità di rimettere al centro il tema del lavoro e dell’occupazione, come tutti auspicano, prenderà una direzione più chiara e precisa. È quello che ci vuole.