Anche questa settimana il tema al centro dell’attenzione generale è il piano di vaccinazione anti-Covid, che purtroppo va avanti con molta fatica e tra nuove difficoltà create dai dubbi sui vaccini, prima Astrazenica e poi Johnson&Johnson. Mentre sono riprese, sull’onda di un malessere reale, le iniziative strumentali di Salvini e della destra sulle riaperture, evitando accuratamente di dire che una situazione minima di sicurezza sul piano della moltiplicazione del contagio si avrà solo quando sarà vaccinata gran parte della popolazione. In questo contesto è stata avviata anche una campagna di attacco contro il Ministro della Salute Roberto Speranza, reiterata da parte di Salvini che lo individua come il responsabile delle chiusure, e sviluppata con toni beceri e volgari dalla destra sia sugli organi di informazione che sui social. L’obbiettivo è chiaramente quello di farlo dimettere o sostituire. E anche leggendo i commenti dei principali editorialisti dei “giornaloni” (Repubblica, Corriere, La Stampa), quelli che hanno attaccato per mesi il precedente Governo guidato da Conte, si trovano passaggi che alludono al fatto che Speranza possa essere un problema per Draghi. Peraltro dopo che Draghi aveva dichiarato senza mezzi termini la piena fiducia verso “il Ministro da lui scelto”.
Appare quindi evidente che questa campagna non ha solo l’obbiettivo politico di sminuire o neutralizzare il ruolo di Speranza nell’azione di contrasto alla pandemia e nel superamento dell’emergenza sanitaria. Probabilmente c’è un secondo obbiettivo, non dichiarato, che riguarda l’indirizzo e la gestione delle notevoli risorse che con il Recovery Plan saranno destinate al potenziamento del sistema sanitario italiano. Si tratta di una realtà in cui il tema del peso e del rapporto fra pubblico e privato è fondamentale. Teniamo di conto che negli ultimi anni, più di un decennio, la spesa sanitaria nel privato è cresciuta enormemente, e con essa si sono sviluppati e consolidati interessi economici ben ancorati ai grandi poteri finanziari del Paese.
Proprio per questo allora bisogna difendere e sostenere la posizione del Ministro Speranza che punta ad un rilancio del sistema pubblico, fondato sul diritto universalistico alla salute, attraverso scelte di concreto e diffuso sviluppo della cura di prossimità e delle Case della Salute sul territorio, mettendo in cima l’importanza della prevenzione. In tal senso è importante l’appoggio pieno a Speranza manifestato da Enrico Letta e dai vertici del M5S, ma serve anche una mobilitazione di fiducia e di sostegno più larga, in grado di sensibilizzare tante persone, perché dalla riaffermazione del ruolo fondamentale della sanità pubblica come bene comune passa una delle condizioni essenziali per rendere vera la giustizia sociale. Per questo uno strumento efficace che possiamo utilizzare sono i social, a cominciare da Facebook, e far sentire la voce di tanti serve a tutelare i diritti di tutti.
Chiudo esprimendo soddisfazione per la nomina di Maria Chiara Carrozza alla presidenza del CNR. Non solo perché è pisana ma, soprattutto, perché è competente e ha una grande passione per la ricerca. Una ricerca che deve ritrovare il suo ruolo strategico nello sviluppo del Paese, troppo a lungo sacrificato e compresso nelle politiche italiane dell’ultimo trentennio.