Torno a scrivere dopo alcuni giorni di profonda tristezza. Come tanti altri anch’io ho vissuto con dolore la tragica disgrazia in cui ha perso la vita la piccola Giorgia e lo strazio che ne è seguito per il babbo Daniele, la mamma Gabriella e tutta la famiglia. Credo che nella vita non possa capitare una cosa peggiore di quella che è successa a Daniele. Difficile trovare le parole adeguate per parlarne, ma in ogni caso il ricorso al sentimento della solidarietà aiuta a capire più di ogni altra cosa.
Nell’ultima settimana si sono sviluppate alcune importanti novità sul piano dello scenario politico nazionale che meritano un rapido commento. Innanzitutto l’accordo fra Salvini e Di Maio che ha portato all’incarico per la formazione del Governo al Prof. Giuseppe Conte. Dopo il lunghissimo tira e molla, compreso il tentativo del doppio forno, tra il M5S e la Lega è scoppiata la pace sulla base di un contratto che contiene contenuti ambigui, contraddittori e pericolosi. Con proposte economicamente difficilmente compatibili far loro. Ma sul merito delle proposte torneremo in modo specifico. Intanto bisogna sottolinearne il segno profondamente trasformistico di questa operazione, che al di là dei propositi sbandierati di trasparenza si delinea come un patto di potere strisciante che logora e mina i meccanismi della democrazia rappresentativa. E lascia, purtroppo, segni tangibili nel senso comune, alimentando posizioni di diffidenza e di distacco verso le istituzioni.
Di questa novità è necessario discutere, e confrontare anche i diversi punti di vista che animano le opinioni del mondo progressista e di sinistra. Per questi abbiamo inteso, come ArticoloUNO-Mdp, promuovere un dialogo a più voci per lunedì 4 giugno. Ci sono già molte adesioni e speriamo in una bella discussione. Intanto un passaggio importante sarà quello di sabato prossimo con l’Assemblea Nazionale di Liberi e Uguali. In soldoni il tema è quello se e come andare avanti verso la costituzione di un nuovo partito della sinistra, che unisca le diverse componenti che hanno dato vita alla lista elettorale e apra ad un ulteriore processo di allargamento. Ovviamente con un progetto politico fortemente innovativo nei contenuti e nel gruppo dirigente. A mio parere tenere in vita Liberi e Uguali contestualmente alle tre componenti organizzate di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile non porta da nessuna parte. Anzi costituisce il motivo principale dell’attuale afonia e assenza di LeU dal campo della battaglia politica. Quindi il problema della scelta, se avviare o meno un percorso costituente, si pone come una esigenza non rinviabile. Altrimenti l’Associazione Liberi e Uguali viene sciolta di fatto. Questa è la mia opinione e la manifesterò anche sabato.
Sul piano della situazione pisana due valutazioni. La prima riguarda la campagna elettorale per le comunali. Il confronto che possiamo vedere è assai deludente e privo di idee e proposte sul futuro della città. Si parla di singoli problemi, certamente veri, ma solo per inseguirli e utilizzarli al fine del consenso elettorale. Mancano le soluzioni, che possono essere credibili solo se inquadrate in una visione complessiva. Un limite che riguarda tutti, mentre impazza la competizione sulle preferenze dei candidati consiglieri. Quello che si può notare nel centrodestra è una netta prevalenza dei temi cari alla Lega, che non sono proprio quelli della solidarietà e dalla ricerca di una convivenza migliore nella città, ma che al contrario alimentano chiusure, contrapposizioni e intolleranza, a cominciare dal linguaggio, che in definitiva caratterizzano e condizionano anche la candidatura a Sindaco di Michele Conti. Per questo esprimiamo la nostra primaria preoccupazione circa il rischio di un esito elettorale che consegni la guida della città al centrodestra. Noi comunque proveremo a dare un contributo di idee alla campagna elettorale proponendo una riflessione sul tema dei processi di cambiamento che investono le città, e anche il nostro territorio. Per venerdì 1 giugno abbiamo organizzato un incontro che si prospetta molto interessante, per mettere a fuoco questioni ambientali e di gestione del territorio, come quelle degli strumenti di innovazione nella gestione dei servizi e dei rapporti con i cittadini, che sono centrali e fondamentali per guardare al futuro della città. Con i contributi di Rossella MURONI, Stefano Casini BENVENUTI e Domenico LAFORENZA. Partecipate numerosi.
La seconda valutazione intendo farla riprendendo una questione che ho già sollevato nei mesi scorsi. Si tratta della privatizzazione di fatto di Toscana Energia, la società che gestisce la rete del gas in mezza Toscana, nata all’inizio degli anni duemila dall’iniziativa del Comune di Pisa, che fu capace di aggregare tanti Comuni, compreso quello di Firenze. E proprio da quella esperienza prese corpo il modello delle società miste a maggioranza pubblica, in cui i Comuni esercitavano un ruolo di indirizzo e di garanzia attraverso un patto fra i soci pubblici e il privato (Italgas) esercitava la responsabilità della gestione operativa. Ora, invece, si sta demolendo quel modello attraverso una intesa fra alcuni Comuni e il socio privato, facendo saltare l’equilibrio delle quote a vantaggio del socio privato. E ovviamente cambiando anche le regole dello statuto societario attraverso la convocazione dell’assemblea straordinaria. Ecco, ho letto ieri sul Tirreno proprio l’avviso della convocazione dell’assemblea con all’ordine del giorno le modifiche statutarie. Non è dato sapere allo stato delle cose, pubblicamente, se i Sindaci dei Comuni che fanno parte di Toscana Energia hanno discusso e deciso in questa direzione, se hanno informato i Consigli Comunali, se hanno fatto un esame serio e condiviso del problema. Pare che a guidare questo percorso che porta allo stravolgimento di un modello che ha funzionato bene sia il Comune di Firenze d’intesa con il socio privato. Se tutto questo è vero siamo di fronte alla evidente dimostrazione di un processo di scadimento del ruolo e del valore delle autonomie locali. Forse qualcuno ci dovrebbe riflettere.