Ieri sera ho seguito in TV il concerto in ricordo di Pino Daniele. Ci sono arrivato facendo zapping sui vari canali proprio nel momento in cui Eros Ramazzotti cantava “O scarrafone”, con il passaggio che dice “questa Lega che vergogna”. Si tratta di una canzone uscita nel 1991, ma l’attualità è straordinaria e ci porta alla preoccupazioni che abbiamo in questi giorni. E’ nato un Governo Lega-M5S in cui sembra emergere la trazione leghista. L’iniziativa di Salvini sopravanza quella di Di Maio e l’impianto è sicuramente di destra. Certo ci sono aspetti contraddittori oltre che irrealistici sul piano finanziario. Sulle priorità e sui temi del territorio e delle infrastrutture ci sono già differenze sulla interpretazione del “contratto di Governo”. Ma quello che cercheranno di fare è di attutirle allungando o rinviando i tempi delle decisioni, e mascherando con la propaganda l’inganno delle facili promesse elettorali e la loro incompetenza. Ma non è su questo che voglio soffermarmi adesso. Ci sarà modo di approfondire, punto per punto, i limiti e le forzature del “contratto”. Però è anche necessario mettere in evidenza subito i rischi e i pericoli che possono portare una serie di parole d’ordine di tipo “securitario” e “discriminatorio” sostenute e portate avanti dalla Lega e dalla destra. Mi riferisco al modo semplificatorio e sbrigativo con cui si affronta la questione dell’immigrazione e anche della sicurezza. L’accentuazione del tema della legittima difesa, con l’occhio rivolto alla diffusione delle armi per difesa personale, rappresenta un segnale preoccupante, che semina idee sbagliate che possono portare non al miglioramento della sicurezza ma all’aumento dei fenomeni criminali come negli Stati Uniti. Mi sbaglierò, ma penso che con queste politiche le tensioni e gli allarmi sociali tenderanno a crescere e non a diminuire. Non vedo come quel “sentimento del rancore”, ampiamente diffuso e prevalente nel Paese, come emerso dal rapporto del CENSIS, possa sentirsi rassicurato e rifluire con le politiche proposte dalla destra leghista. Certo lo interpretano ma non lo modificano, anzi lo esaltano. Per questo penso che l’eventualità di una vittoria della destra nella nostra città sia negativa non solo per il governo dell’Amministrazione comunale, ma rappresenterebbe un aggravamento sul piano degli equilibri e delle condizioni della convivenza civile in una realtà articolata e complessa come la nostra. La via per risolvere le conflittualità urbane è quella del confronto e non quella dell’intolleranza. Sta qui il significato delle posizioni e dell’appello al voto che come ArticoloUNO-Mdp abbiamo diffuso in queste ore e che allego. Fermare la destra è ora la cosa più importante.
Quanto al ruolo e alle prospettive della sinistra la discussione è appena agli inizi. Nel senso che dobbiamo partire dal profondo mutamento di contesto politico determinato dal voto del 4 marzo. Negli appuntamenti di questa settimana, lunedì scorso e mercoledì, alla presentazione del libro di Gianni Cuperlo, si è sviluppato un dibattito interessante, che dovrà proseguire. Sul versante di Liberi e Uguali va ripreso il percorso dell’Assemblea nazionale del 26 maggio, sospeso nella fase della formazione del nuovo Governo. In proposito ho sottoscritto l’appello.
Sulla scia del dibattito sulla sinistra si inserisce anche la proiezione del film documentario “Eravamo tanto amati” al cinema Arsenale lunedì prossimo, 11 giugno. Una riflessione sulla sinistra italiana dalla Bolognina in poi. Un’altra occasione per riflettere. Almeno così ci si augura.