Anch’io, di fronte all’ormai prossimo voto europeo, sono tra quelli che sentono una grande preoccupazione per il rischio di una vittoria della destra leghista e allo stesso tempo esprimono molte perplessità sulle proposte elettorali della sinistra e del centrosinistra. Un progetto chiaramente alternativo alle politiche europee che hanno portato alla crescita delle diseguaglianze, e all’affermarsi di quei sentimenti di abbandono e di rancore che hanno alimentato populismo antiparlamentare e antidemocratico, non si vede. La sinistra fa fatica a prendere il toro per le corna e a far emergere un disegno di profondo cambiamento economico e sociale, fondato sui valori della giustizia sociale e dei diritti fondamentali. Tuttavia non si può stare alla finestra. Lo scontro sarà duro. Proprio oggi Salvini ha fatto appello al popolo di destra per dire che il voto del 26 maggio è un referendum su di lui. E’ evidente il disegno che mira ad una torsione plebiscitaria e neoautoritaria. Non scomodiamo la parola “fascismo” altrimenti si arrabbiano, ma la sostanza non cambia di molto. Tuttavia la situazione mette in evidenza una qualche difficoltà per il “capitano” della Lega. L’annuncio di portare al Consiglio dei Ministri un decreto sicurezza bis, prima anora di vedere un minimo risultato di quello varato poche settimane fa, dimostra il fallimento pratico di una impostazione securitaria come quella attuata da Salvini. Infatti le paure aumentano e con esse la percezione di una insicurezza diffusa. Ma forse questo lo sanno, Salvini e i suoi. Anzi, i suoi no, abbagliati come sono dal culto del “capitano”. Però il problema è come continuare ad agitare quei temi che hanno trovato un certo ascolto e contestualmente nascondere la figuraccia fatta sul caso Siri. Allora si rilancia con un nuovo decreto che vuole colpire coloro che si fanno carico di salvare persone che rischiano l’annegamento. A questo abominio arriva il pensiero di Salvini.
Per questo non possiamo stare alla finestra. E dunque conviene guardare oltre che alle liste soprattutto ai candidati, per individuare persone che possono rappresentare efficacemente una domanda di cambiamento e, insieme, di umanità e solidarietà in una fase così segnata dall’inciviltà. Una figura di questo genere è sicuramente Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, uno dei protagonisti principali del film “Fuocoammare”, fortemente impegnato nell’azione di accoglienza e di cura dei migranti. Lunedì 13 maggio sarà a Pisa, parteciperà ad una iniziativa promossa da ArticoloUno, alle ore 18 presso la sala convegni della Sesta Porta. Andrò volentieri a sentirlo. Un’occasione da non perdere.