La riflessione sui risultati elettorali del 4 marzo è appena cominciata, ma c’è chi pensa già ad archiviarla ragionando come se si fosse ancora al 3 di marzo. Come se l’esito di quel voto non abbia prodotto uno sconvolgimento radicale nel sistema politico e negli orientamenti di una grande parte degli elettori, ponendo un bel po’ di domande anche sul piano della percezione dei problemi del Paese e della sua stessa cultura. Colpisce, per quanto riguarda i vincitori delle elezioni, il permanere di un clima e di toni da campagna elettorale, senza alcuna valutazione sulla distanza fra le promesse elettorali e le possibilità reali di dare risposte concrete ai cittadini, quando invece l’esigenza principale è quella di dare una soluzione al Governo e indicare una prospettiva per il futuro. Come stupisce l’assenza di una seria analisi critica e autocritica del voto da parte del PD. Non solo di Renzi, in verità. Certo nei suoi interventi motiva le dimissioni con l’ammissione della sconfitta, ma rifugge totalmente da una qualche riflessione critica sulle politiche che ha portato avanti, sia da capo del Governo che da capo del partito. È però difficile non vedere come sia assente nel dibattito e nelle valutazioni che si sono aperti ai diversi livelli del PD, un ragionamento serio, di attenta revisione, sulle cause e sulle politiche che hanno portato al tracollo del centrosinistra. Ovviamente le cause sono tante, ma almeno una considerazione sulla scellerata legge elettorale voluta dal PD, chiamata Rosatellum, si poteva auspicabilmente leggere. Ma finora niente.
Comunque il problema più preoccupante e urgente è il rischio che si affrontino le scadenze più ravvicinate, a partire dalle elezioni comunali, con in testa lo scenario e i rapporti di forza precedenti al 4 marzo. Questo vale anche per tutto il campo progressista e di sinistra. La possibilità di vedere una giunta di destra alla guida del Comune di Pisa non è più una lontana ipotesi. Solo con una larga alleanza di centrosinistra si può arginare e sconfiggere una tale ipotesi. Ma la condizione è che questa alleanza sappia dare un messaggio chiaro, di rinnovamento e di risposta allo scontento diffuso, con una proposta innovativa sul piano del programma e del candidato sindaco. Spero che nei prossimi giorni maturi qualcosa di buono in questa direzione.
Per quanto mi riguarda, ora che non ho più un ruolo politico-istituzionale, cercherò di dare una mano ma avverto allo stesso tempo l’esigenza che si affermi l’avvento di nuove energie, di nuovi dirigenti. Lo dico in primo luogo in relazione al progetto di Liberi e Uguali. Dopo il risultato deludente e inadeguato abbiamo detto che le elezioni erano il punto di partenza e non di arrivo. Ma dobbiamo essere consapevoli che in realtà ciò che occorre è una ripartenza su basi nuove, altrimenti il progetto non decollerà. E si tratta di pensare e ragionare su tempi medio lunghi. Guai a farsi risucchiare, come purtroppo abbiamo fatto nelle settimane passate, nei giochi, nel tatticismi e nelle dietrologie della politica. Il progetto presuppone una visione e una prospettiva che però sappia vivere con realismo nella vita dei cittadini. La Banca d’Italia ha reso noto ieri uno studio che conferma clamorosamente l’aumento delle diseguaglianze nel nostro Paese, con un preoccupante aumento delle aree della povertà. Tutto questo ribadisce il punto principale dell’analisi sulla crisi sociale che abbiamo messo al centro del nostro ragionamento e che abbiamo provato a far vivere nella campagna elettorale, in alternativa allo sbocco rabbioso e protestatario del malessere prodotto dalla crisi. Per ora non ci siamo riusciti. Il voto di Pisa è risultato migliore di quello nazionale ma non ci ha dato la chiave per determinare gli sviluppi della situazione, tuttavia possiamo esercitare una funzione importante. E’ il compito che ci attende nelle prossime settimane.
Oggi, martedì, si è tenuta alla Camera l’ultima riunione del Collegio dei Questori di questa legislatura. Abbiamo deliberato una serie di misure amministrative che avevano una scadenza in questo periodo. Tra queste il conto consuntivo del 2017 che conferma il trend positivo di riduzione della spesa che consente un risparmio di 48 milioni. Poi l’ultima riunione dell’Ufficio di Presidenza con la Presidente Boldrini che ha formulato i migliori auguri a tutti, eletti e non eletti. Il seguito del tempo l’ho trascorso iniziando a riempire gli scatoloni per liberare l’ufficio e, dopo, il monolocale in cui ho abitato per molta parte degli ultimi otto anni.