L’attesa principale di questa settimana riguarda l’esito della manovra sul bilancio in discussione al Senato. L’approvazione è prevista per i prossimi giorni e si parla della volontà del Governo di mettere la fiducia. Speriamo di no, perché ciò indica una strada che porta alla estrema difficoltà di introdurre eventuali cambiamenti nel confronto alla Camera. La preoccupazione principale attiene alla necessità di inserire nella manovra una misura che permetta la stabilizzazione dei precari della ricerca. Da settimane è in corso una mobilitazione da parte dei precari del CNR, che ha visto significative iniziative a Pisa, a Firenze, a Roma, accompagnate da incontri con i diversi gruppi parlamentari, e anche autorevoli esponenti della maggioranza PD, nei quali sono stati presi impegni per la fase emendativa. L’obbiettivo è quello di una stabilizzazione perfettamente coerente con la legge Madia. Tuttavia, al momento, dalle notizie che abbiamo, non sembra che il Governo e la maggioranza si muovano per accogliere gli emendamenti proposti e si pensa invece a dare un po’ di contentini che non risolvono il problema, ma lasciano senza prospettive centinaia di ricercatori che, negli ultimi dieci-quindici anni, hanno tenuto in piedi un pezzo importante della ricerca italiana. Peraltro ciò avviene in un contesto generale che vede l’impegno dell’Italia, su un settore strategico come la ricerca, tra i più bassi d’Europa. Mentre nella manovra si registrano finanziamenti a operazioni di puro sapore propagandistico ed elettorale, come ad esempio il bonus ai diciottenni. Allora non si venga a dire che non ci sono le risorse o le coperture, basta la volontà di fare delle scelte. Tutto questo è ingiustificabile e mi auguro che in queste ore ci sia qualche ripensamento da parte del Governo e di chi lo sostiene.
L’altro tema che genera attesa, per quanto ci riguarda, è l’appuntamento del fine settimana. Domenica a Roma si terrà l’Assemblea Nazionale per la nascita del nuovo soggetto della sinistra che si presenterà alle prossime elezioni politiche. Sabato e domenica scorsi, in tutta Italia, si sono tenute le Assemblee unitarie promosse da Articolo Uno-Mdp, Sinistra Italiana e Possibile, registrando una larga partecipazione. A Pisa più di 150 persone hanno partecipato all’assemblea che ha eletto i delegati per la scadenza nazionale. Mi sembra che nel complesso ci sia un buon clima che indica notevoli e concrete potenzialità che possono dialogare (e intercettare) con quel “bisogno di sinistra” che si avverte in tante persone che per delusione si sono ritirate nel disimpegno, ma che un anno fa, nel referendum, hanno mandato un segnale, una richiesta di cambiamento. Certo, la strada è impegnativa e bisogna che questa nuova esperienza di sinistra, di cui decideremo nome e simbolo nell’assemblea di domenica 3 dicembre, si caratterizzi sul piano della novità e dell’innovazione politica. Ci vuole una leadership credibile, chiara e collettiva, ma soprattutto un impianto di contenuti che ponga radicalmente il tema dell’equità e della redistribuzione della ricchezza come la condizione essenziale per garantire un futuro accettabile per le giovani generazioni e anche per salvaguardare l’equilibrio sociale e ambientale del Paese. Ciò ovviamente non riguarda solo l’Italia ma investe quantomeno l’Europa e lo sviluppo concreto di un reale processo di unità e di integrazione.