Superato ferragosto si inizia a pensare alla ripresa settembrina dopo il periodo di vacanza, con la riapertura delle scuole e le elezioni regionali. Ma gli auspici non sono dei migliori, o almeno non sono rassicuranti. I dati sulla tenuta e estensione del Covid-19 in Europa e anche quelli di ritorno nel nostro Paese, seppure non in grandi cifre, fanno pensare e alimentano le preoccupazioni. Del resto le immagini sul mancato rispetto delle norme sulle mascherine e sul distanziamento fisico questa estate le abbiamo viste tutti. E poi ci sono state scommesse, come quella della riapertura delle discoteche, che non hanno dato buoni risultati. Forse era difficile immaginare un diffuso e granitico senso di responsabilità dopo il lockdown, ma ci hanno provato con lo spirito di una ripartenza anche sul piano economico. Ora il Governo annuncia nuove restrizioni e riprende campo una polemica infinita sulla giustezza o meno delle misure assunte. Certamente ci sono ritardi, disfunzioni e contraddizioni. È inevitabile, perché per far rispettare rigorosamente le norme di prevenzione, con i loro limiti sulla libertà di movimento, non basterebbe uno “stato di polizia”. Quindi sono assai difficili da controllare e in gran parte ci si rimette alla comprensione e alla sensibilità dei singoli, che comunque sarebbe del tutto impossibile da praticare senza norme e regole che spingono alla cautela. Il rischio invece è che la discussione mediatica e politica sulle colpe o le responsabilità del Governo finisca per dare di fatto una motivazione giustificazionista a tutti coloro che si sentono di non dover rispettare le regole. Certo il clima politico e sociale potrebbe cambiare in meglio nei prossimi giorni se arrivasse da parte del Governo un piano chiaro e credibile sull’avvio del nuovo anno scolastico, a partire dalla riapertura delle scuole.
Poi c’è l’esigenza di capire meglio l’impianto delle misure per il rilancio dell’economia e dell’occupazione, sostenute con i finanziamenti europei, annunciato dal premier Conte e dal ministro Gualtieri: se segue una linea di sostanziale ripristino del modello di sviluppo in essere o se mira al cambiamento, privilegiando il Green new deal e una maggiore equità sociale. Qui si gioca davvero una partita fondamentale per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Di questo si è anche parlato nell’incontro di presentazione del libro di Virginia Volpi al Circolo “Il fortino” a Marina di Pisa. Il libro intitolato “Cos’è per te l’Europa” è pensato soprattutto per le giovani generazioni, ma è ottimo anche per chi è negli “anta”. È scritto come un racconto, che tiene insieme storia e architettura istituzionale della Ue con le grandi questioni mondiali come l’immigrazione, con il linguaggio di una giovane laurenda. Didattico e problematico al tempo stesso, ma mosso dal tentativo di generare “simpatia” per l’Europa contro lo scetticismo imperante.
Per quanto riguarda le elezioni regionali bisogna osservare che finora si parla di tutto meno che dei problemi reali, ovvero di visioni e di progetti per il futuro prossimo della nostra Toscana. La scena è occupata o da Salvini e dalle parole d’ordine leghiste contro il Governo Conte, oppure dalla gara personalizzata dei candidati all’inseguimento delle preferenze. Tra l’altro con retroscena talvolta assai buffi. Sembra, a sentire le promesse di taluni candidati e le voci che circolano nelle diverse province toscane, che la prossima giunta regionale sarà numericamente almeno il doppio di quella attuale. Ci sono in giro più assessori in pectore che poltrone in Consiglio Regionale. Penso che un po’ di serietà non farebbe male e alle facili promesse bisogna credere poco. In tal senso mi è piaciuto il modo con cui gli otto candidati della lista pisana di “SINISTRA CIVICA ECOLOGISTA”, presentati nell’incontro su YouTube, hanno discusso gli aspetti programmatici che caratterizzano la proposta programmatica della lista. Un approccio utile per chi vuole conoscerli meglio.