La decisione che sembra sia uscita dall’incontro fra il Ministro della Difesa, il Sindaco di Pisa e il Presidente della Regione di azzerare ogni ipotesi di realizzazione di nuove strutture militari nel territorio del Parco Migliarino/San Rossore è una notizia positiva, frutto senza dubbio delle tante opinioni contrarie ad un intervento altamente impattante e inconcepibile in un’area di tutela ambientale. Ora con l’istituzione di un tavolo istituzionale specifico per rivedere il progetto dei Carabinieri, annunciata dal Ministro, si apre una fase nuova e sui giornali si leggono molteplici ipotesi di soluzioni di cui non sempre si comprende la logicità o la fondatezza.
Però se si crede in ciò che si dichiara sulla necessità di contenere al massimo il consumo di suolo, come dicono i nostri governanti, in coerenza con gli indirizzi europei, o il Sindaco Conti e il Presidente della Regione Giani in ragione di quanto hanno scritto nei programmi elettorali, è evidente che le soluzioni sono da ricercare nella razionalizzazione e nel recupero degli spazi esistenti anziché in progetti di nuove costruzioni. E su questo non sembra ci sia tanta chiarezza. Anzi, si assiste ad una ridda di ipotesi, di voci e di propositi, talvolta così insostenibili da far pensare al rischio di un ritorno al punto di partenza. Credo che un metodo più chiaro e serio sarebbe quello di prendere in considerazione gli spazi occupati da attività militari in un’area più vasta di quella di Pisa, valutando in questo contesto anche quelli che verrebbero a liberarsi a Livorno e a Camp Darby.
Mi auguro quindi che al tavolo istituzionale si colga l’occasione per una necessaria riflessione sulla programmazione e sull’uso degli spazi in dotazione ai corpi militari, superando una logica che ha visto spesso, quasi sempre, prevalere scelte per compartimenti stagni, senza una visione integrata, a partire dai servizi e dalla logistica. Ed è stata proprio quella logica che a suo tempo, una decina d’anni fa, ha fatto saltare il progetto di spostamento della caserma sull’Aurelia per lasciare spazio alla realizzazione di una nuova porta d’ingresso per il turismo in città, proprio all’inizio del percorso museale sui Lungarni. Quell’idea stava dentro un Accordo di Programma sottoscritto con il Governo Amato che prevedeva la realizzazione del museo delle navi agli Arsenali Medicei e il trasferimento in una nuova caserma della Guardia di Finanza liberando la sede di San Vito, cose realizzate, e inoltre stabiliva la possibilità di recuperare a funzioni civili le tre caserme esistenti nel centro cittadino in cambio di una nuova struttura a Ospedaletto.
Tra l’altro allora c’era anche la previsione di fare a Ospedaletto il nuovo stadio, nell’ambito di un’area attrezzata ai fini sportivi e di svago per il tempo libero. Purtroppo una parte di quel progetto non è andata avanti e le previsioni sono state cambiate. Resta però la possibilità di recuperare una scelta fondamentale come quella della porta d’ingresso per il turismo e vedo che il Sindaco Conti intende riproporla. Mi fa piacere, anche perché allora, al tempo del passaggio dal Governo Amato a quello guidato da Berlusconi, da parte della destra pisana ci fu una posizione volta a ostacolare la realizzazione di quell’accordo.
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