Nelle ultime 24 ore ho messo un mucchio di “mi piace” a tanti post di denuncia sulla irresponsabilità di Matteo Renzi nell’apertura della crisi di Governo, al buio e nel pieno dell’emergenza pandemica. Però fino ad adesso non ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa perché per me non c’era alcuna sorpresa. Sarebbe presuntuoso da parte mia dire “conosco i miei polli”, ma qualche idea me la sono fatta nei cinque anni (dal 2013 al 2018) in cui ho fatto parte dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati. Cioè per tutto il periodo della parabola di Renzi alla guida del PD e del Governo.
Il concetto è semplice: Renzi è uno che pensa che il mondo incominci e finisca con lui e su questo fonda la sua azione politica. Deve stare al centro dell’attenzione e si gonfia come il pavone quando trova spazio nel sistema mediatico: queste caratteristiche non sono certamente estranee alla sua rapida decadenza dopo il grande successo delle elezioni europee del 2014. Quindi per me la sorpresa non è tanto lui, quanto lo spazio sproporzionato che i grandi giornali e le tv hanno dato alla sua iniziativa contro Conte nell’ultimo mese. Come se non lo conoscessero. Oppure hanno immaginato di usarlo come testa d’ariete per far saltare un equilibrio sgradito a certi ambienti. Basti leggere le ripetute prese di posizione del Presidente di Confindustria Bonomi.
Chissà come finirà e chissà se tra poco gli stessi che hanno spinto verso la crisi non diano inizio al muro del pianto sull’instabilità del Paese. Già sul piano internazionale stiamo facendo una pessima figura e la credibilità dell’Italia subisce ulteriori colpi. Dunque scoprire adesso “l’inaffidabilità” di Renzi da parte di Zingaretti appare una cosa assai ritardata e non esente da colpe, visto che di fregature ne ha subite diverse. Dallo smarcamento sulla questione del rapporti con il M5S, al piazzamento dei renziani nel Governo e nel partito, fino alla scissione con la creazione di Italia Viva. Ma, come si dice, a tutto c’è rimedio… se c’è la volontà.
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