Del tema casa abbiamo già parlato evidenziando il populismo e l'iniquità di proposte come quella di Berlusconi.
Tuttavia sull'ICI anche il governo Prodi, pur cercando di andare incontro ai redditi più bassi, ha portato avanti idee a mio parere non corrette, che non si sono fatto carico dei problemi dell'equità e dell'equilibrio territoriale.
Nel programma di Veltroni questa questione non è affrontata e resta aperta. Ed io mi auguro che faccia parte della attuazione dell'articolo 119 della Costituzione sul federalismo fiscale.
Nell'attesa l'intervento di Innocenzo Cipollletta sul Sole 24 ore di sabato 29 marzo (leggilo in allegato) è un buon contributo per iniziare a discutere.
2 Commenti
La riflessione di Cipolletta mi pare interessante, perche’ oltretutto apre ad un confronto sul tema della casa come bene di utilizzo e non come un valore a se stante.
Credo infatti sia il momento di iniziare a riflettere sul valore della casa di proprieta’, non tanto in senso economico, quanto per il significato che questa ha e per la cultura che la sostiene.
Guardando ai miei coetanei, ai mutui spropositati di cui si sono fatti carico con i magri contratti cocopro -spesso facendosi dare la garanzia di un genitore- e allora sento l’amarezza di una sfida persa. Mi pare evidente che abbiamo rinunciato a riflettere sulla casa intesa come bene assoluto, fine ultimo di ogni esistenza, e lasciato spazio a banche e finanziarie, che hanno sfruttato questa nostra incapacita’ per venderci a caro prezzo il sogno della felicita’.
Mi domando se oggi sia ancora sostenibile una cultura come questa ( e mi riferisco non solo ai costi sociali che questa impone, ma anche a quelli di tipo ambientale ed economico ) o se piuttosto non sia il caso di prendere il coraggio e dirsi che la vita puo’ essere felice anche senza una casa di proprieta’!
Credo davvero che sia il momento di parlare di felicita’, di una felicita’ che si deve poter costruire con le proprie forze e capacita’, “usando” vivere in abitazioni che sono nostre per la vita che ci viviamo e non per il rogito notarile, di una felicita’ che il progetto del Partito Democratico deve rendere accessibile attraverso la costruzione politiche ampie e di largo respiro.
Le misure che tentano di collegare la tassazione di chi “usa” un’abitazione alla qualita’ e quantita’ dei servizi offerti dagli enti locali in questo senso possono essere un primo passo, che – e’ vero- servono a riflettere e ci riavvicinano alla ricerca di una reale sostenibilita’ delle nostre politiche.
Non e’ un caso che una tale riforma si ipotizzi possa fondarsi sull’esperienza e le capacita’ di gestione maturate dagli enti locali, ma credo comunque che sia necessaria una profonda rivisitazione su questo tema, che troppo spesso abbiamo lasciato gestire ad alleati di turno senza saper esprimere una politica fortemente innovativa.
Il commento di Antonio apre un dibattito interessante che va ancora più avanti rispetto al tema della tassazione sugli immobili e sul ruolo dei comuni. Ma è un contributo utile perchè sollecita una riflessione importante anche in rapporto alla proposta specifica che ha illustrato Veltroni. (vedi l’articolo in allegato pubblicato su Il Sole 24Ore di mercoledì 2 aprile).