L’appuntamento più importante della settimana è certamente la riunione del Consiglio Europeo del 17 e 18 luglio. L’oggetto delle decisioni è l’impegno per la ricostruzione dopo la pandemia. Si tratta di definire quantità e orientamento delle risorse, e soprattutto se sarà dato spazio all’idea di rafforzare le politiche volte al riequilibrio sociale e ambientale sulla base di un indirizzo nuovo dello sviluppo, davvero improntato alla sostenibilità. In realtà il dibattito che si è sviluppato finora sembra ancora fortemente condizionato dalle logiche e dagli egoismi nazionali, per non parlare del sovranismo populista degli Stati che tanto piacciono a Salvini e alla destra e che si caratterizzano per la loro ostilità verso l’Italia. Eppure ci vorrebbe una svolta, come molti auspicano, per rilanciare la credibilità e la fiducia nell’Europa. Certamente non mancano gli argomenti, le ragioni, le possibilità. Ho avuto modo in queste settimane di leggere opinioni e articoli su testate online come EURACTIV.it, o come il libro di Virginia Volpi, una giovane laureanda pisana (“Cos’è per te l’Europa?”), che indicano la fattibilità di una discussione costruttiva e propositiva capace di uscire dai luoghi comuni e dai pregiudizi che segnano, anche da noi, il dibattito sul progetto europeo. Ma è sempre più evidente, per come siamo messi adesso, che senza una svolta politica sarà difficile recuperare la ragionevolezza necessaria. Ma ogni buon auspicio è benvenuto.
Invece sul piano locale i riflettori sono sull’avviso della campagna elettorale per le regionali. Primi confronti fra Giani e Ceccardi, e Salvini che annuncia la sua frequentazione della costa Toscana. Anche a sinistra inizia il lavoro per presentare la lista “Sinistra, civica, ecologista”, con il proposito di aggregare una domanda di unità e di cambiamento evitando dispersioni che possono favorire la destra leghista e populista. Dispiace che a Cascina una proposta unitaria di centrosinistra non sia venuta fuori e si vada alle selezioni comunali divisi. Con meno rigidità e più apertura forse si poteva arrivare ad un esito più convincente. Ma ora il problema è quello di non farsi male, di dare comunque un messaggio di convergenza nella eventualità del ballottaggio. Mentre sul terreno dei contenuti stanno emergendo molti temi legati alla realtà territoriale dell’area della costa, spinti dal finanziamento di alcune infrastrutture fondamentali, come il corridoio tirrenico, atteso da anni, e anche da sollecitazioni tipicamente elettorali. Come sappiamo quando c’è da chiedere la preferenza le promesse proliferano. Il Tirreno ha meritoriamente aperto in questi giorni un dibattito sulla Toscana a due velocità, mettendo al centro il gap negativo della costa e le opportunità per recuperare il ritardo. Certamente gli impegni assunti dal Governo per la Toscana rappresentano dei passi avanti importanti, ma sono sufficienti a rilanciare la costa? Sicuramente no, tanto che sia Giani che Galletti, i candidati presidenti che hanno risposto per primi, aggiungono molti altri interventi seguendo un ragionamento più sommatorio che progettuale. A questa stregua bisogna ricordare che anche cinque anni fa si fecero molti discorsi e anche molte promesse sul rilancio della costa. Addirittura si diede vita ad una Commissione consiliare specifica. Ma i risultati quali sono stati? Zero o quasi. Anzi per quanto riguarda l’aeroporto Galilei si è fatto il passo del gambero: rinviati ancora gli investimenti per il terminal programmati e decisi nel 2015, legandoli impropriamente allo sviluppo di Peretola. Altro che “centralità del Galilei” come dicono quasi tutti i candidati. Per essere credibili devono contestare chiaramente la scelta di Toscana Aeroporti di subordinare gli investimenti su Pisa a quelli su Firenze com’è avvenuto, invece di giustificarla. Quanto all’esigenza di potenziare e velocizzare il collegamento ferroviario fra Firenze e Pisa-Livorno tutti ne parlano e promettono ma allo stato attuale non esiste un progetto in tal senso. Forse se anziché enumerare un elenco più o meno lungo di interventi si procedesse all’individuazione di poche ma chiare priorità, sostenute da un impegno pieno e incondizionato, sarebbe uno sforzo più utile di quello attuale.
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