Il Governo guidato da Mario Draghi ha ottenuto una fiducia larghissima in entrambi i rami del Parlamento. Il primo messaggio che ne deriva, è la larga condivisione dell’appello del Presidente Mattarella che richiamava il Paese alla massima unità per affrontare una fase di emergenza sanitaria, economica e sociale. I discorsi di Draghi al Senato e alla Camera hanno indicato le linee principali di azione del Governo, raccogliendo una buona dose di continuità dal lavoro del precedente esecutivo guidato da Conte e sottolineando la necessità di mantenere una rotta europeista, definita “irreversibile”, e di sviluppare una più forte consapevolezza sulla centralità dei temi ambientalisti, facendo i conti con i problemi e i mutamenti indotti dal Covid-19.
In molti hanno messo in evidenza una frase che fa riflettere: “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”. Una frase che contiene la priorità di operare per difendere e salvare mondo che conosciamo dal mutamento climatico e, insieme, di rivedere i meccanismi economici che alterano gli equilibri, non solo economici e sociali ma anche naturali. Certo, poi, ha esposto una serie di concetti e di richiami a una serie di impegni che toccano diversi temi fondamentali, a partire da quello dell’istruzione, della scuola e della formazione, fino alla progressività del sistema fiscale e alle misure per rilanciare economia e lavoro.
Nel complesso si può dire, ad una prima impressione, che si tratta di un programma più di centrosinistra che di centrodestra, dal quale sono totalmente assenti le questioni agitate in questi ultimi mesi contro il Governo Conte, come il Mes o il ribaltamento degli indirizzi del Recovery Plan. Con ciò si conferma la strumentalità interessata sia dei media che dei settori politici che hanno lavorato per una crisi politica al buio, con l’obbiettivo di interrompere il cammino di un’esperienza politica di governo alternativa alla destra. Manovra riuscita grazie alla giravolta di palazzo attuata da Renzi. E tuttavia se oggi possiamo dire che Mattarella ha tolto il Paese dai guai, ciò è avvenuto su un terreno politico oggettivamente spostato a destra, con un Salvini disposto a ingoiare politiche che fino a ieri osteggiava pur di stare nella partita del Recovery Plan e ricostruirsi una immagine di governo in vista delle elezioni politiche.
Dunque, la nuova fase politica che si apre comporterà una battaglia sui contenuti dei provvedimenti proposti dal Governo, visto che non esiste una dichiarata coalizione politica e il terreno sarà quello parlamentare. Ecco, è su questo terreno, quello del merito dei problemi e delle soluzioni, che si vedrà l’esatta misura dei contenuti, nel passaggio dalle enunciazioni programmatiche ai provvedimenti concreti. Per questo è importante che le forze della passata maggioranza (PD-M5S e LeU), che conservano un forte peso parlamentare, mantengano una unità di azione e che la rafforzino con un progetto di prospettiva. Un’alleanza politica che deve guardare alla scadenza delle elezioni per proporsi come alternativa alla destra.
Ovviamente, chi ha lavorato per demolire questa possibile prospettiva adesso prova a ostacolarla, usando l’argomento dell’inaffidabilità e delle divisioni dei cinque stelle. Io penso che bisogna avere rispetto per le discussioni e i conflitti che talvolta investono le forze politiche, ma che proprio in questo caso dimostrano la possibile e credibile evoluzione verso un progetto politico di alleanze che finora il M5S, cullandosi nella propria autoreferenzialità, non aveva preso in considerazione. Cioè possono cambiare anche loro e il loro elettorato, così come cambiano le circostanze e gli orientamenti dei cittadini in ordine alle novità e ai mutamenti del tempo che viviamo. Del resto è difficile immaginare, anche in un sistema elettorale proporzionale, uno schieramento competitivo con il centrodestra senza il coinvolgimento del M5S e del suo elettorato.
In questo senso conterà molto l’iniziativa del PD. Zingaretti ha la responsabilità di sciogliere nodi fondamentali per la costruzione di una simile prospettiva; e anche la sinistra che fa riferimento all’esperienza di LeU e all’ambientalismo, o a liste regionali come Coraggiosa in Emilia Romagna o Sinistra Civica Ecologista in Toscana, ha il compito di provare a superare sterili frammentazioni e ragionare, seriamente, sull’idea di strutturare un nuovo soggetto politico in grado di recuperare e motivare energie e consensi per un progetto di cambiamento.