La ripresa del lavoro parlamentare in Aula è avvenuta con un voto contro la richiesta dell’onorevole La Russa. Un voto che ho espresso ben volentieri. Si trattava della richiesta di rinvio della votazione sulla proposta di legge che introduce nel codice penale il “reato di propaganda del regime fascista e nazifascista”, presentata da Fiano e altri e varata dalla commissione giustizia. Una proposta di legge che arriva proprio in una fase caratterizzata dalla ripresa di atteggiamenti e di posizioni che si rifanno all’ideologia fascista e sui quali, purtroppo, si registra una netta sottovalutazione. Come se la propaganda e la pratica di azioni di intolleranza e di razzismo sia una cosa che lascia il tempo che trova. Non è così. Lo vediamo sulla rete, in cui prende corpo la violenza offensiva di molti interventi, che in una giornata come quella di oggi se la prendono con la nuova “velina” di Striscia la notizia perché di “origini non ariane”; oppure in iniziative inaccettabili come quella delle ronde anti-immigrati, chiamate “passeggiate per la sicurezza” alla stazione di Pisa, annunciate da Forza Nuova. Per questo credo che la legge che stiamo approvando sia una occasione utile per richiamare tutti ad una battaglia, innanzitutto culturale e civile, contro le posizioni che propagandano odio, discriminazione razziale e fascismo.
In apertura della seduta odierna la Presidente Boldrini ha chiesto all’aula di commemorare con un minuto di silenzio le vittime della tragica alluvione che ha colpito Livorno tre giorni fa. Solo poche ore fa è arrivata la notizia del ritrovamento dell’ultima persona dispersa. L’ottava vittima. Negli occhi abbiamo le immagini di quel disastro e nella mente la domanda di come sia possibile morire così. È una domanda che mi riporta con la memoria alla catastrofe che colpì nel 1996 l’Alta Versilia. Anche allora la causa fu un evento di pioggia eccezionale, una “Bomba d’acqua”, che in quel caso diventò micidialmente distruttiva con il concorso della fragilità di una montagna non più curata dall’uomo, e si portò via case e persone in poche ore. A Livorno invece la grande quantità di pioggia caduta in poche ore ha trovato uno sfogo distruttivo nei canali intubati molti anni fa e ha colpito mortalmente in zone limitrofe, oggettivamente più esposte a fenomeni alluvionali. È evidente che questi eventi avvengono con più frequenza e non sono più, quindi, tanto eccezionali, in conseguenza del cambiamento climatico. Negarlo è quantomeno imprudente e irresponsabile. Se non altro basterebbe il semplice principio di precauzione a far sì che di fronte a eventuali rischi di carattere idrogeologico prevalga la scelta di mettere mano seriamente ad adeguate politiche di prevenzione. E ciò significa, nelle aree fortemente urbanizzate e difficilmente modificabili dal punto di vista strutturale, fare tutto ciò che è possibile in opere di prevenzione ma soprattutto organizzare una protezione preventiva sui comportamenti, in grado di avvisare per tempo la popolazione sottoposta a quei rischi. In questo senso se dal lato dell’informazione meteo e della segnalazione dell’allarme si sono fatti passi avanti, sul piano della organizzazione delle istituzioni e della sensibilità dei cittadini c’è ancora molto da fare. Dichiarazioni come quella del Sindaco di Livorno Nogarin, che finiscono per sminuire e fare confusione sulle segnalazioni meteo, sono nocive, non aiutano a capire la portata dei problemi attuali.
Tuttavia ora la questione primaria è aiutare Livorno, le famiglie e le imprese pesantemente danneggiate, a riprendersi al più presto. Bella è la reazione di questi giorni, che ha visto tante persone e tanti giovani impegnarsi volontariamente per rimuovere fango e macerie. Dal punto di vista parlamentare ci attiveremo, a partire dalle indicazioni del Governo e della Regione , perché siano messi in campo subito gli strumenti operativi e finanziari per fronteggiare l’emergenza, favorire il ritorno alla normalità con i necessari presupposti di prevenzione nelle aree colpite dalla terribile burrasca nella notte fra sabato e domenica.