Ma c’è qualcuno, un luogo, delle sedi, nelle varie istituzioni, che ragioni e discuta sul futuro prossimo della nostra città? Basta girare Pisa per vedere chiaramente l’impatto del dopo Covid-19: zero turisti e zero studenti, o quasi. Ciò determina un evidente e pesante effetto economico che non sappiamo quanto può protrarsi, se torneremo presto alla “normalità” oppure se ci saranno cambiamenti significativi nel modo di vivere, di consumare, di guardare al proprio futuro e alle sue aspettative. Ma ciò dipende anche da cosa si propone e si fa nella realtà concreta di ogni territorio. Se si sta fermi e si resta in attesa degli avvenimenti, ancorati a vecchie certezze, i risultati possono essere molto negativi. Innanzitutto per Pisa “città degli studi e del sapere”: siamo sicuri che con le lezioni a distanza, con l’assenza di un “ambiente” favorevole al confronto e allo scambio culturale, il livello qualitativo e il grado di attrazione delle nostre università resti lo stesso di prima? In una certa misura si tratta di una domanda che era già presente precedentemente all’esplosione del coronavirus, in termini i di servizi agli studenti e di integrazione sul piano dell’offerta culturale con la promozione della città.
E per quanto riguarda il turismo per anni ci diciamo che per sviluppare l’attrazione della città occorre puntare sulla parola d’ordine che Pisa “non è solo Torre” e abbiamo anche investito in molti interventi di recupero e di allargamento dell’offerta sul piano dei Beni Culturali. E ora, di fronte all’assenza del turismo internazionale e alla probabilità che il movimento turistico dei prossimi mesi si fondi soprattutto sulle famiglie italiane, abbiamo la possibilità, o meglio la necessità, di mettere in campo proposte attraenti per puntare alla loro permanenza sul nostro territorio per più giorni, integrando arte, cultura, ambiente e mare, quale messaggio mandiamo? La Torre. Certo è bella e facile l’immagine della Piazza dei Miracoli e dà gioia sapere che i monumenti sono riaperti e si possa accedervi, ma basta quel messaggio per riattivare flussi turistici significativi per la città?
Leggo che in altri luoghi si sta lavorando per mettere insieme “pacchetti di proposte” per i turisti a misura di famiglie, comprensivi di accoglienza e di visite ai monumenti, ai musei e anche alle “ricchezze” del territorio. Una cosa simile al suggerimento e all’auspicio che anch’io ho formulato qualche settimana fa, sollecitando una iniziativa da parte delle Istituzioni pisane. Purtroppo finora non abbiamo visto nessuna iniziativa in tal senso. Si rincorrono i problemi a colpi di ordinanze, e talvolta si creano, ma non si nota alcuno sforzo per ragionare sul futuro della città. A chi spetterebbe, anzi spetta, questo compito se non al Comune di Pisa? Cosa si attende per mettere insieme le varie istituzioni, a cominciare dall’Università e dai “titolari” dei Beni Cultutali, insieme agli operatori economici, per provare a definire un piano per fronteggiare le evidenti difficoltà previste per i prossimi mesi?
Certo, si può dire che dopo il clamoroso pasticcio sulla Moschea c’è poco da aspettarsi da questa maggioranza e da questi amministratori. È vero: hanno agito furbescamente (e vigliaccamente) per impedire la realizzazione un diritto costituzionale utilizzando strumentalmente una variante urbanistica come ha ben motivato la sentenza del TAR. E adesso, peraltro, loro stessi lo ammettono sostenendo che il progetto dello stadio può andare avanti comunque, anche senza il parcheggio che volevano mettere al posto della Moschea. Tuttavia, anche con la speranza che si faccia ripartire al più presto il progetto proposto dalla comunità islamica, con questa Amministrazione dobbiamo interloquire per cercare di mettere la città nelle condizioni di affrontare nel modo migliore la fase estremamente difficile che abbiamo dinanzi.
Speriamo che si diano una sveglia alla svelta!