Stasera da Fabio Fazio, su Rai Uno, Pietro Grasso ha motivato la sua scelta, quella di avere accettato la proposta di fare il leader del nuovo soggetto della sinistra, e ha presentato per la prima volta il simbolo di “Liberi e Uguali”. Mi piace. Non mi aspettavo di meglio. Quanto alla valutazione politica sui temi sollecitati nell’intervista, mi limito a riprendere il punto su cui Fazio ha pungolato Grasso muovendo dalle parole di Renzi, in cui ha paragonato la scelta del Presidente del Senato a quella di Fini quando era Presidente della Camera. Uno scivolone evidente, perché nessuno dei presidenti delle camere si è mai sottratto alla battaglia elettorale. Basta pensare a Pertini, Ingrao, Iotti, Bertinotti o Casini. Non c’è nessuna sovrapposizione automatica tra il ruolo di garante e super partes della carica istituzionale e l’essere parte in politica. Del resto questa decisione avviene proprio in fase di chiusura della legislatura e nell’imminenza dell’ormai prossimo scioglimento delle Camere. Quindi appare assai forzato e strumentale il tentativo di far apparire come inopportuna la candidatura del Presidente del Senato, così come quella eventuale della Presidente della Camera. Forse pesa anche un certo nervosismo prodotto dai sondaggi di questi giorni, che indicano una tendenza positiva per il nuovo soggetto “Liberi e Uguali”. Tuttavia ha fatto bene Pietro Grasso a rispondere a Fazio affermando che non cadremo nella trappola delle polemiche stizzose, ma cercheremo di avere uno stile, anche nella campagna elettorale, rispettoso di tutti. Ovviamente ciò non significa che saremo passivi di fronte agli attacchi faziosi. La competizione elettorale avviene in quadro sostanzialmente proporzionale e i processi politici si vedranno in Parlamento. Il nostro augurio è certamente quello di avere una affermazione importante in termini di voti e di eletti, tale da far svolgere a “Liberi e Uguali” un ruolo incisivo in Parlamento. Per raggiungere questo obbiettivo è necessario anche recuperare partecipazione e consensi tra i tanti elettori di sinistra che negli ultimi anni si sono astenuti dal voto. Ma ci auguriamo che con loro arrivino anche i molti elettori che sentono il bisogno di riconoscersi in una forza di sinistra. Questa è la prima imprescindibile condizione per un rilancio della sinistra nel Paese. E sarebbe comunque bello se dalle elezioni uscisse un risultato tale da dare alle varie forze del centrosinistra una rappresentanza numerica almeno equivalente a quella del centrodestra. È stata una bella cosa vedere ieri le forze che si richiamano all’esperienza del centrosinistra e ai valori dell’antifascismo manifestare insieme, a Como come a Pisa, contro il ritorno delle iniziative di tipo fascista o nazista, con le relative intimidazioni, viste negli ultimi mesi. Ma questo si fa, oggi come oggi, moltiplicando l’offerta politica, e non riducendola in uno schema semplificato con un partito principale che non gode più della fiducia di tanti elettori di sinistra. Tra l’altro, purtroppo, la nuova legge elettorale voluta e votata da PD, Forza Italia e Lega, si rivela ritagliata su misura per il progetto di Berlusconi, che sarà in ogni caso, con una maggioranza di centrodestra o con le grandi intese, colui che avrà il pallino in mano. Lo scrive chiaramente sul Sole24ore di stamani il consulente renziano Roberto D’Alimonte: “Berlusconi snodo obbligato negli scenari del dopo voto”. È l’effetto concreto di un sistema elettorale misto che prevede un terzo di eletti in collegi uninominali maggioritari comunque collegati in una sola scheda al voto proporzionale alle liste. Peraltro assai prevedibile. Allora che credibilità ha la dichiarazione di Renzi che “il PD non farà mai accordi con Berlusconi”? Perché l’ha fatto sulla legge elettorale contro la sinistra? E il “patto del Nazareno” chi lo fece, nel 2014, permettendo allora a Berlusconi di riemergere dopo la decadenza da senatore?
Comunque i conti si fanno dopo il voto e allora avremo modo di verificare la carenza e la veridicità di tante affermazioni. Intanto lavoriamo per far crescere “Liberi e Uguali” e far conoscere simbolo, idee e programma. Già per sabato prossimo sono previsti appuntamenti di confronto e di approfondimento.