Il provvedimento che ha caratterizzato questa settimana di vigilia pasquale alla Camera riguarda l’immigrazione. O meglio il decreto Minniti sul contrasto dell’immigrazione illegale. Una serie di misure che contengono anche aspetti assai discutibili, e vuoti che lasciano aperti o aggravano problemi segnalati da tempo. In particolare sulle norme che indeboliscono fortemente le garanzie processuali e sulla estensione dei Centri di raccolta e di controllo degli immigrati, senza aver messo a fuoco una seria revisione dei fattori politici e organizzativi che hanno prodotto le gravi alterazioni, sul piano dei diritti umani, dei CIE. Inoltre, come sostiene la Bonino e altri, si lascia in piedi il reato di clandestinità e non si affronta il problema dei 500mila “irregolari” presenti da tempo sul territorio italiano, in una parte significativa attivi nel lavoro. Con queste norme si mettono immediatamente il lista per il rimpatrio, peraltro con costi non secondari. Su questi aspetti chiedevamo, come Articolo Uno-Mdp, di emendare e migliorare il provvedimento, raccogliendo tra l’altro le richieste di una vasto movimento di associazioni laiche e cattoliche (Arci, Acli, Caritas, Fondazione Migrantes) che hanno manifestato davanti alla Camera. Ma ciò non è stato possibile perché il Governo ha messo la stretta della fiducia. Da qui la decisione del nostro gruppo di votare contro l’approvazione definitiva del decreto, per un giudizio di merito motivato. Mentre abbiamo, il giorno prima, votato la fiducia coerentemente con la scelta, annunciata alla nascita del gruppo, di sostenere il Governo Gentiloni contro l’avventura di chi vuole le elezioni anticipate senza una legge elettorale omogenea, come chiede giustamente il Presidente della Repubblica. Ma ecco che sul nostro voto contrario si cerca di montare una polemica pretestuosa da parte di esponenti del PD, dicendo che al Senato abbiamo votato si e alla Camera no. Allora, per chiarezza, è bene ricordare che mentre al Senato il voto sulla fiducia incorpora anche il merito del decreto e quindi non c’è più il voto specifico sul provvedimento, alla Camera invece il voto di fiducia sul Governo cancella gli emendamenti ma non il confronto e il voto sul merito del provvedimento. Peraltro il Governo, e nemmeno il PD, si sono posti il problema di sentire e ascoltare le nostre ragioni. Che adesso facciano dichiarazioni sul fatto che “I no di Mdp mettono a rischio il Governo”, come titola l’Unita’, è semplicemente ridicolo, nascondendo comunque la notizia che al Senato alcuni membri del PD hanno votato contro e alla Camera, nel voto finale, molte sono state le assenze di deputati piddini.
Quanto ad altre vicende che hanno preso spazio nel dibattito di questi giorni, come i casi giudiziari, o presunti tali, o iniziative di qualche deputato scellerato contro i vaccini, non mi dilungo. Non penso che meritino l’attenzione spasmodica generata dai media. Certo, in particolare, per quanto riguarda le iniziative giudiziarie se bisogna sempre muovere dalla fiducia verso la magistratura, bisogna che anch’essa si tuteli di più e meglio da indagini e uscite mediatiche approssimative che ne indeboliscono la credibilità.
Stamani mattina Davide Trentini, malato di sclerosi multipla dal 1993, ha lasciato il mondo terreno attraverso suicidio assistito in Svizzera. La sua condizione di dolore permanente gli era diventata insopportabile. Lo ha detto con parole di semplice umanità. Ecco, la prossima settimana riprendono le votazioni sul testamento biologico, ed è il caso di mettere fine ad una assenza normativa che limita e umilia il senso di umanità, verso se stessi e verso gli altri.