In viaggio per Roma leggendo i ricordi di Giovanni Falcone, assassinato dalla mafia insieme a sua moglie e la scorta 25 anni fa, e con le prime notizie sulla nuova, terribile, strage terroristica a Manchester. Tra poco riprendono i lavori alla Camera e questa volta l’attenzione è quasi tutta sulla Commissione Affari Costituzionali perché è lì che inizia il confronto sulla legge elettorale. Depositato c’è il testo cosiddetto Rosatellum, oppure Verdinellum, a seconda delle fonti giornalistiche, ma è la stessa cosa. Da ieri in campo c’è anche l’offerta di Berlusconi per un sistema alla tedesca, proporzionale con sbarramento al 5%, con lo scambio delle elezioni anticipate. Si dice che Renzi stia studiando la situazione per vedere cosa gli conviene di più. Vedremo. Intanto il gruppo parlamentare di Articolo UNO-Mdp farà un approfondimento in giornata per capire l’evoluzione delle cose, ribadendo tuttavia che l’obbiettivo principale è quello di un recupero di fiducia fra i cittadini e le istituzioni, fra gli elettori e la rappresentanza politica, e in questo senso è fondamentale restituire ai cittadini la possibilità di incidere sulla scelta degli eletti. Comunque non è difficile immaginare che, in questi e nei prossimi giorni, il dibattito su questo tema sarà molto mosso.
Intanto mi viene da fare una riflessione sulla settimana passata. A Pisa abbiamo fatto due iniziative politiche molto partecipate. Una sul tema dei partiti, ne abbiamo già parlato, ripreso anche nell’articolo di DeBortoli sul Corriere di domenica. E l’altra giovedì scorso con Bersani (in fondo un po’ di foto) all’Arci Alberone nel quartiere San Giusto, seguita dalla cena di autofinanziamento a San Romano di Montopoli. Davvero tanta gente e un bel clima. La figura e la presenza di Bersani hanno il dono di riattivare quel senso di comunità che negli ultimi anni appare smarrito, soprattutto in una sinistra e in un PD che hanno lasciato crescere l’idea del leader come capo assoluto, e con essa l’ossequio verso il potente di turno. Ecco, negli incontri con Bersani a Pisa e nella zona del cuoio si respirava un’aria diversa, forse un po’ antica, ma buona. Anche alla convenzione nazionale di Milano c’è stata una grande partecipazione, animata da una tensione politica significativa. Abbiamo sentito e ritrovato una certa dose di passione politica che mancava da tempo, sia nell’ascolto del dibattito in assemblea e sia nella rilevante partecipazione ai gruppi di lavoro tematici. Tutte cose ignorate dal sistema mediatico. A giornali e TV interessava solo qualche battuta, magari sulla Boschi, per rappresentare quella iniziativa come un raduno di rancorosi fuoriusciti dal PD. Ma gli inganni, come sappiamo, di fronte alla realtà dei fatti durano poco. Non si può nascondere il dato reale di un processo di partecipazione politica che si è rimesso in moto. Certo, con i suoi limiti, in primo luogo quello di rimotivare soprattutto i delusi, ma si tratta un fatto evidente e concreto. Ovviamente non ci sfugge la considerazione che ci sono molti problemi aperti e che, in particolare verso le generazioni più giovani, permangono grandi difficoltà di rapporto con parti importanti della società italiana. E questo ci deve spronare di più nella direzione di indicare un progetto di cambiamento davvero innovativo, nei contenuti e nei protagonisti di prima linea. Il contributo di Giuliano Pisapia è importante perché allarga il campo, ma tuttavia bisogna pensare ad una leadership plurale e con persone nuove e più giovani. Sui contenuti penso che le indicazioni che sono uscite dalla iniziativa di Milano siano giuste. Anche stamani, in una bella intervista sul quotidiano La Stampa, il Nobel Amartya Sen indica nell’istruzione e nella sanità come diritti universali, esattamente come si è detto a “Fondamenta”, le principali condizioni per combattere e ridurre le diseguaglianze. E denuncia gli orientamenti, presenti sia in Italia che in Europa, che puntano a renderli meno accessibili e più costosi attraverso la riduzione del welfare e l’arretramento del ruolo dello Stato.
Quanto ai protagonisti del gruppo di testa un po’ di aria nuova è arrivata con gli interventi di Laforgia, Scotto e Speranza, a significare una spinta alla costruzione di un gruppo dirigente rinnovato, senza nulla togliere alla lucidità, sempre utile, dell’analisi politica internazionale di D’Alema. Anche contributi come quelli di Anna Falcone e Rosa Fioravante sono stati preziosi e significativi per i contenuti di merito e per il linguaggio, che segnalano una radicalità necessaria e da raccogliere nella definizione di un nuovo progetto di sinistra e di centrosinistra.
Un contributo dobbiamo darlo anche sul piano locale e l’idea di intitolare la sala incontri della sede di Articolo UNO a Alex Langer, e di utilizzarla e renderla disponibile per sviluppare iniziative di carattere politico e culturale molto aperte, risponde a questo obbiettivo. Venerdì, parlando di Langer ne discuteremo anche con Adriano Sofri.