Mentre cresce l’attesa per il voto regionale in Emilia Romagna di domenica prossima, con le belle immagini della piazza di Bologna convocata dalle Sardine e strapiena di gente, in Toscana si va definendo lo scenario per le elezioni regionali e comunali previste per l’ormai vicina primavera. Il PD, d’intesa con Italia viva e con altre sigle del centrosinistra, ha messo in campo la candidatura di Eugenio Giani con una forzatura nel confronto con la sinistra e con una evidente marcia indietro sulle primarie, che senza motivazione sono state negate. Il M5S sta definendo in queste ore la propria proposta per il candidato o la candidata alla Presidenza. Invece la destra, dopo gli annunci di Salvini che aveva dato la scadenza di fine anno per la l’indicazione del nome, ha deciso di rimandare a dopo il voto in Emilia Romagna la decisione sulla scelta per la candidatura. Evidentemente hanno qualche problema. In questo contesto sabato scorso si è svolta l’Assemblea regionale di “2020 a Sinistra”, nata sulla base di un Appello firmato da tante persone preoccupate del rischio di vittoria della destra in Toscana e accolto anche da formazioni politiche come Articolo Uno e Sinistra Italiana, proprio per discutere della situazione e assumere una decisione sulla scelta da fare.
Una situazione che ha visto una rottura fra le forze di sinistra e il PD, che ha considerato secondaria l’esigenza di un accordo con la sinistra rispetto agli equilibri interni e al patto con Iv, facendo prevalere una logica del tutto autoreferenziale. Quindi per la sinistra si poneva il problema di trovare un modo per dare comunque seguito agli obbiettivi dell’Appello, che sono quelli di fare tutto il possibile per impedire una possibile vittoria della destra in Toscana attraverso la costruzione di una lista unitaria di sinistra, ecologista e civico-progressista, in un contesto di larga coalizione con il centrosinistra, oppure di prendere atto che sulla base della rottura con il PD e Iv non esistevano più le condizioni per fare quella battaglia contro la destra sul piano della scheda elettorale. Questo era in sostanza il problema che stava alla base del quesito posto nel dibattito di sabato e sul quale i firmatari dell’Appello hanno votato. La scelta a larghissima maggioranza è andata nella direzione di dare un mandato al coordinamento regionale per proporre un accordo politico diretto con il candidato Eugenio Giani senza adesione al programma della coalizione che lo ha proposto, ma con una propria autonomia e con uno specifico profilo programmatico. Infatti la legge regionale regola la possibilità di collegamento fra il candidato alla presidenza e le liste che lo sostengono non su un programma comune ma su una dichiarazione di apparentamento. Per questo proporremo a Giani di condividere alcune priorità programmatiche con noi e di accettare l’idea di una campagna elettorale diversificata fra i suoi sostenitori.
Se questa disponibilità ci sarà lavoreremo per fare una lista unitaria, riprendendo anche il confronto con i Verdi e con Civica Toscana, con l’obbiettivo di dare un contributo concreto alla lotta per arginare la crescita della destra nella nostra regione. Del resto la legge elettorale della Toscana che prevede la soglia del ballottaggio al 40% fa sì che l’esito delle elezioni si gioca tutto al primo turno, e quindi è necessario creare la più larga convergenza sul candidato da subito perché è molto improbabile un secondo voto. In tal senso l’ipotesi di presentare una lista con una candidatura alternativa sulla Presidenza avrebbe significato smentire la motivazione di partenza dell’Appello, che era quella di unire e non frammentare le forze per battere la destra. Dunque, adesso il compito che avremo, se ci saranno le condizioni di un accordo con Giani, è quello di mettere a fuoco i punti principale della nostra proposta programmatica, sui quali impostare e rendere visibile la richiesta di consenso ai toscani, con la premessa che punteremo a eleggere dei rappresentanti che porteranno in Consiglio Regionale i problemi e le priorità di programma sui quali ci impegniamo, in autonomia, con gli elettori.
I temi saranno quelli della tutela dei beni comuni, a partire dall’acqua pubblica, della salute e della difesa del sistema sanitario pubblico, dell’ambiente e delle politiche per il territorio alla luce dei problemi e degli interrogativi posti dal cambiamento climatico, dello sviluppo economico e del lavoro con la priorità di combattere le precarietà e le diseguaglianze. Anche e soprattutto per questo la presenza della sinistra in Consiglio Regionale sarà importante e ci auguriamo di riuscire a fare in modo si che ci sia.