I lavori parlamentari di questi due giorni si caratterizzano su tre problemi. Innanzitutto la comunicazione del Presidente del Consiglio sui temi internazionali in preparazione del vertice europeo. In questo caso non possiamo certo dire che Gentiloni è stato convincente. Anzi. In primo luogo sulla vicenda dell’accordo con la Libia proprio nel giorno in cui Amnesty International ha denunciato gli orrori dei campi di raccolta e di detenzione dei profughi in quel Paese e le responsabilità dell’Europa e dell’Italia. E poi sulla posizione tiepidissima sulla posizione di Trump in relazione a Gerusalemme. Una posizione che appare assai lontana da una valutazione seria e obiettiva sulla grave situazione di permanente conflitto in Palestina, e sulle cause e le responsabilità di una mancanza totale di ogni volontà di ricerca di una soluzione pacifica. Fino a registrare disorientamenti o sentimenti di rinuncia i di fuga dalla realtà, come emerge dall’articolo di Enrico Catassi e Alfredo De Girolamo su L’Espresso di questa settimana, in cui raccontano la Betlemme di oggi. Nel dibattito alla Camera il nostro gruppo ha cercato di accendere i riflettori su quella situazione proponendo una mozione sul riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, ma il PD e il centrodestra li hanno spenti votando contro il nostro documento, che tuttavia ha raccolto alcuni voti favorevoli nel gruppo del PD, tra cui Cuperlo, Giorgis, Lattuca e altri. Comunque resta il fatto che l’irrisolta questione palestinese rappresenta ancora un motivo di aggravamento e di esasperazione dei conflitti nel Medio Oriente e dei fattori di estremizzazione nel mondo arabo.
Il secondo punto di attenzione riguarda la legge di bilancio. In commissione sono stati depositati centinaia di emendamenti, tra i quali anche quelli che riguardano i precari della ricerca. Il Governo darà il proprio parere solo domani e si preparano giorni di intenso confronto in commissione. Speriamo che ci sia apertura e disponibilità a prendere in considerazione le richieste dei ricercatori. Mentre al Senato si sta procedendo, finalmente, alla discussione e alla approvazione della legge sul testamento biologico, con una maggioranza assicurata dai voti del PD insieme a quelli del M5S e della sinistra. E questa è una buona notizia, ma che ci dice che se c’era la volontà si poteva arrivare a questo risultato molto prima.
Quanto alla situazione politica di parla ormai di una forte accelerazione del percorso che porta alle elezioni politiche. La data ipotizzata è quella del 4 marzo e ciò significa che entro la fine di gennaio dovranno essere presentate le liste e i candidati. Per noi, che lavoriamo alla lista unitaria della sinistra di “Liberi e Uguali”, i tempi sono assai stretti. Praticamente, sul piano organizzativo, partiamo da zero. Anche se i sondaggi sono incoraggianti. Pietro Grasso sta mettendo insieme il gruppo di lavoro che deve guidare e gestire la campagna elettorale e mi ha chiesto di fare il tesoriere di “Liberi e Uguali”. Un azzardo. Ma poiché tirarsi indietro non è considerabile oggi sono andato insieme a Grasso ad aprire il conto alla Banca Etica. Quindi dai prossimi giorni dovrò iniziare a tormentare tutti sulla necessità di raccogliere risorse per sostenere la campagna elettorale perché, se è vero che c’è il tesoriere, è del tutto inesistente il tesoro. Invece dalle parti del PD i problemi di adesso sono altri. In primo luogo la difficoltà a costruire una coalizione credibile, a causa di una legge elettorale da loro stessi partorita. E poi dalla crescita negli opinionisti del sistema mediatico, e anche in molti operatori economici, di una posizione che vede il futuro della guida del Governo nelle mani di Gentiloni dando ormai poche possibilità a Matteo Renzi. Anche questo è un segno del fallimento di una stagione politica. Tuttavia la questione di fondo resta quella della necessità di una svolta profonda negli indirizzi economici e sociali, qui e in Europa e solo una sinistra capace di rilanciare e rivitalizzare i valori della nostra carta costituzionale può farlo, a cominciare dall’articolo 3 che parla dell’uguaglianza. Questa è la nostra sfida.
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