Ora lavoriamo per il ballottaggio. La partita è difficile ma aperta. I risultati delle elezioni comunali di domenica sono preoccupanti, soprattutto per l’avanzata della Lega che afferma una supremazia piena nell’ambito della coalizione del centrodestra. E sono anche, su scala nazionale, un biglietto da visita del nuovo Governo. Non a caso il M5S ha visto un arretramento elettorale quasi ovunque. Anche a Pisa è andata così, e devo dire che non sono molto sorpreso. Il voto del 4 marzo aveva già segnalato alcune tendenze di fondo: il forte calo elettorale del PD e la crescita dell’onda leghista in città e in particolare nei quartieri popolari. Alla base di questi mutamenti ci sono sicuramente gli effetti della situazione di malessere sociale creata dalla crisi che, in qualche modo, produce una domanda non di continuità ma di cambiamento. Questo problema, noi di ArticoloUNO-Mdp, lo abbiamo posto chiaramente fino dal mese di luglio dell’anno scorso, ma purtroppo non ha trovato l’attenzione dovuta. E dunque la sinistra e il centrosinistra sono arrivati deboli all’appuntamento. Comunque noi ci siamo spesi per cercare di arginare l’ipotesi di una vittoria della destra attraverso la scelta di non incrementare la frammentazione a sinistra e impegnando le nostre energie sul terreno delle proposte e del rapporto con la città con le iniziative di “Pensieri e Persone Per Pisa”. Abbiamo anche rivolto un appello agli elettori per sostenere le liste di sinistra e di centrosinistra. Tuttavia i numeri usciti dalle urne non sono stati confortanti. Il PD è arretrato pesantemente rispetto ai dati di cinque anni fa, perdendo assai più di quattromila voti e indietreggiando anche sulle recenti politiche, nonostante un po’ di compensazione arrivata da elettori di LeU, motivati dalla ricerca del voto utile. Mentre la lista di Sinistra Italiana non è riuscita, in poco tempo, a trovare uno spazio credibile in una battaglia che si presentava già con le caratteristiche di un confronto diretto con la destra. Anche il raggruppamento più radicale, raccolto attorno alla candidatura di Auletta ormai da anni, non ha fatto passi avanti, riconfermando sostanzialmente i voti presi cinque anni fa. Invece a destra è avvenuto un capovolgimento di grandi dimensioni. La Lega di Salvini, crescendo ancora dal 17% delle politiche fino al 25% delle comunali, ha mutato radicalmente il panorama del centrodestra, godendo dei favori del clima politico nazionale. In effetti se guardiamo al rapporto fra i consensi alle liste e quelli ai candidati sindaci il differenziale è molto contenuto e indica, per quanto riguarda le scelte che hanno orientato gli elettori, la preminenza delle valutazioni di carattere nazionale più che di quelle locali.
Ovviamente quello che ci deve preoccupare sono soprattutto i contenuti delle politiche portate avanti dalla Lega, non solo su scala nazionale. Cavalcano un malessere reale ma indicano risposte che non risolvono i problemi, anzi li alimentano in funzione di una campagna elettorale permanente. E le ricette che propongono non puntano a ridurre le diseguaglianze ma semmai a mantenerle. Basta ricordare la Flat tax che, come ha riconosciuto Salvini, mira ad abbassare le tasse ai ricchi “perché se hanno più soldi spenderanno di più e così passeranno qualcosa anche ai poveri”. Inoltre il tema della giustizia sociale lo sviluppano sul piano delle contrapposizioni e dell’intolleranza anziché su quello della solidarietà, favorendo così la lotta e la conflittualità fra i più poveri. Nelle politiche sociali perseguono più le idee dell’assistenza caritatevole che quella del riconoscimento e dell’organizzazione dei diritti. Ecco, credo che politiche di questo genere in una città come Pisa avrebbero un effetto nefasto, profondamente negativo. Pisa, per le sue caratteristiche principali, dalle Università ai grandi servizi fini al turismo, è una realtà che ha bisogno di apertura, di relazioni internazionali e di attrazione, e la tolleranza rappresenta uno dei fattori principali per creare attrazione nel campo della cultura, della ricerca e dell’innovazione. Per questo penso che sia necessario fare tutto il possibile per sventare il rischio di una amministrazione governata dalla destra leghista. Quindi occorre mettercela tutta nei giorni che ci separano da qui al 24 giugno, cercando anche di parlare e rimotivare molti elettori di sinistra che hanno scelto l’astensione. Ma un segnale in questa direzione, quella dell’attenzione verso i valori della sinistra, deve arrivare anche da Andrea Serfogli. Noi, contro la destra, lo appoggiamo senza cercare intese o accordi particolari, ma la costruzione di un consenso largo presuppone comunque una chiara indicazione di messaggi politici. Di tutto questo discuteremo giovedì prossimo, 14 giugno, nell’Assemblea pisana di Articolo UNI-Mdp, e invitiamo chi è interessato a partecipare.
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