Scrivo questo taccuino in treno diretto a Roma. Oggi ho due riunioni di tipo operativo per fare il punto sulla preparazione delle elezioni amministrative in alcune regioni. Sabato scorso ho fatto andata e ritorno, sempre Pisa Roma, per partecipare all'iniziativa sul "new deal ecologico". Sto cercando di imparare una utilizzazione più razionale e costruttiva del tempo impiegato in viaggi ferroviari. Per ora va così così. Comunque scrivo queste poche righe a tambur battente perché vorrei conoscere opinioni sulla questione dello sbarramento per le elezioni europee. Domattina ne discuteremo nel gruppo parlamentare della Camera e in giro sento molte interpretazioni e valutazioni. Io ho una mia idea ma vorrei confrontarla. In sé lo sbarramento al 4% è ragionevole e con il mantenimento delle preferenze costituisce una sconfitta delle posizioni sostenute da Berlusconi e dalla maggioranza che ha approvato in commissione un testo di riforma dai contenuti radicalmente opposti. Però è importante anche capire il contesto politico e soprattutto la lettura che passa tra gli elettori del Pd di un accordo come quello sullo sbarramento. Di quest'ultima cosa sono preoccupato. Certamente si poteva gestire meglio sul piano politico. Tuttavia è utile cercare di capire quali sono gli umori diffusi. Per questo chi vuole scriva subito.
Aggiungo una considerazione e un consiglio dettati dalla lettura dei giornali di stamani. La considerazione è a partire dall'orrenda aggressione avvenuta a Nettuno contro l'immigrato indiano e anche in relazione ai molteplici episodi che riguardano, con esiti diversi, il rapporto con l'immigrazione. E' sempre più evidente il danno che viene prodotto, innanzitutto nella cultura e nel senso comune del Paese, dalle politiche imperniate sulla paura e sulla diffidenza e che scadono inevitabilmente, assai spesso, nell'odio e nella xenofobia. Il rischio sempre più grande è quello di una perdita sostanziale sia del senso della solidarietà che di quello della convivenza.
Il consiglio è la lettura dell'articolo di Giannini sull'inserto Affari & Finanza de La Repubblica sulle liberalizzazioni. Si tratta di una lettura interessante anche alla luce del fallimento delle impostazioni liberiste che sono alla base della attuale crisi economica e finanziarie. La lettura porta a pensare che comunque, anche nel campo dei grandi principi (pubblico-bene, privato-male, o viceversa) è meglio evitare le facili generalizzazioni. La realtà è sempre carica di complessità e contraddizioni e la semplificazione non sempre aiuta. E in definitiva la concorrenza è positiva anche in un mercato regolamentato. Anzi proprio un sistema di regole può renderla più efficace e in grado di tutelare meglio gli utenti e i consumatori.
11 Commenti
Io non ho capito come funziona lo sbarramento in altri paesi europei. In se’ il 4% in circoscrizioni grandi dove si eleggono pochissimi nomi, mi sembra ragionevole. Penso che la sinistra diventata extraparlamentare potrebbe trarre da questa condizione una spinta a fare se non altro liste comuni, e poi il voto di preferenza fara` il resto. Tuttavia sono sgomenta nel vedere le reazioni di tale sinistra. Possibile che si veda solo inciucio la dove si dovrebbe capire lo sforzo di ottenere qualche miglioramento, invece di restare alla merce’ della maggioranza? Inoltre il 4 e` meno che il 5. A quanto ammontano i voti presi alle ultime elezioni da verdi, SD, rifondazione eccetera?
Coraggio, Paolo.
Di per sè lo sbarramento è un sistema normalmente utilizzato per evitare la scomposizione del sistema politico. Nella situazione attuale l’accordo tra il PD e il PDL rischia di essere letto come una soluzione ideata a misura dello loro esigenze, considerando soprattutto i sondaggi poco confortanti per il PD. L’esigenza di promuovere aggregazioni avrà inoltre come conseguenza quella di bloccare la ricomposizione del quadro politico fra le forze della sinistra radicale: con lo sbarramento al 4% difficilmente coloro che sembrano maggiormente propensi ad accettare la sfida del governo (il gruppo guidato da Vendola, Sinistra Democratica, parte del PdCI, parte dei Verdi) potranno presentarsi autonomamente dalle altre forze come RC e PdCI. Si sono appena separati e si presentano alle prossime elezioni di nuovo insieme? Superata la tentazione all’autosufficienza da parte del PD, sarebbe al contrario opportuno sostenere la creazione di una formazione alleata alla nostra sinistra. In ogni caso suggerisco di puntare i riflettori sul profilo che il PD intende adottare in vista della campagna elettorale. Quali messaggi daremo? Purtroppo al momento non stiamo offrendo l’immagine di uno schieramento pronto a sostituire il PDL alla guida del paese. Insomma, dobbiamo iniziare a scaldare i motori.
Io credo che la strada del bipolarismo, che abbiamo scelto di percorrere quando è iniziato il processo politico che ha fatto nascere il PD, abbia quale scelta obbligata il riconoscimento di soglie di sbarramento. Almeno in questa fase del nostro Paese.
Non so giudicare se sia congruo il 4% o meno. Io per come sono convinto della strada intrapesa, avrei proposto una soglia anche del 5%.
Ora che i nostri governanti sono stati ulteriormente abili a gettarci la croce a dosso della responsabilità di tale scelta, sarebbe davvero difficile spiegare al nostro confuso elettorato una scelta diversa. Infondo già con le primarie (prima per Prodi poi per Veltroni e via discorrendo fino alle amministrative) il taglio che si dava dal basso per portare la gente a decidere per la gente era quello della “scelta di campo”, o di qua o di là si diceva in Paese.
Secondo me comunque siamo una fase in cui non riusciamo a pieno a capire cosa vuole l’elettore di centro sinistra da noi, vuoi che provenga dal centro, vuoi che venga come me da sinistra, vuoi che sia piovuto. Dimostrare che si continua a strizzare l’occhio alle piccole formazioni politiche dandogli una mano magari perché si devono salvaguardare accordi locali in vista delle amministrative, non lo reputo un passo verso il chiarimento dei rapporti tra elettori e partito. I meri interessi contingenti (vuoi elettorali, vuoi culturali, vuoi di provenienza politica) disorientano l’elettorato di massa.
Personalmente chiederei (forse da elettore e non da iscritto al PD?) che si rivedano completamente i rapporti con quelle formazioni che il tempo non ha dimostrato proprio costruite nella lealtà. Far diventare insomma una forza che sia in grado di vivere e crescere da sola sotto la bandiera del riformismo da contrapporsi alla pericolosità della destra attuale.
Alcuni nostri storici elettori in questi giorni di fronte al tentennamento per tale decisione (il 3% rispetto al 4% fa inbelvire, mentre non prevedere soglie non è neanche commentato) hanno mostrato ulteriore sofferenza verso il partito.
Grazie dell’iniziativa, buon lavoro, un Amministratore dall’esperienza come la tua a Roma non può che accelerare la fase che vorrei. Buon Lavoro.
Lo sbarramento del 4%.
Come va visti? In quale ottica? Si deve tenero conto delle ripercussioni sulle alleanze territoriali, o è bene valutare solo l’aspetto del sistema democratico?.
Il Mio ragionamento parte dalla valutazione del sistema democratico e non tiene di conto di strategie di alleanze politico territoriali.
In questi giorni e non solo si sente spesso dai partiti minori in termini elettorali e in particolar modo da quelli di sinistra che il voto utile li a estromessi…..che la soglia del 4% li penalizza…..
Sembra quasi che uno debba fare politica nel loro interesse, ma non è così i partiti esistono per fare l’interesse loro e dei loro iscritti è il tutto deve essere collocato all’interno di un sistema democratico che deve trovare il suo equilibrio fra Bipolarismo allargato ( semplificando 2 partiti forti e uno o due di contrasto) e dovrebbe poi trovare la sintesi degli interessi opposti nel parlamento.
Il sistema proporzionale lo conoscete tutti, è la prima Repubblica tutti sono rappresentati in parlamento, il sistema diventa suddiviso in mille molecole dove ognuno tira acqua al suo mulino anche solo per acquisire visibilità non esistono più le ideologie e i partiti che si basavano su di esse a prescindere, bello o brutto che fosse non ci interessa ora l’unica cosa che producevano era la ragion di partito che obbligava tutti ad aderire alle scelte.
Dal mio punto di vista in un sistema economico globalizzato e integrato in Europa non è più possibile il sistema proporzionale, quindi rimane la scelta bipolare che è una emancipazione del sistema democratico. Se siamo d’accordo su questo e sulla negatività che può produrre oggi un sistema proporzionale va da se che una soglia del 4% è equilibrata visto che esistono sistemi anche con soglie più alte. RIMANE UNA DOMANDA CRUCIALE MA E’ DEMOCRATICO?
La risposta è si “senza se e senza ma”, sarebbe antidemocratico non concedere la possibilità di partecipazione ad un gruppo politico, ma se il sistema consente la partecipazione alle elezioni niente è più democratico di questo. La sinistra potrebbe obbiettare che loro non potrebbero raggiungere la soglia imposta….e allora QUESTA è LA DEMOCRAZIA CONTARE I VOLERE DEI MOLTI, CHE POSSONO ANCHE NON ESSERE LA MAGGIORANZA MA CHE SONO MEGLIO ORGANNIZATI E TROVANO LA SINTESI POLITICA PER RIMANERE UNITI. QUINDI I MOLTI SONO SPESSO UNA MINORANZA CHE E’ RIUSCITA AD ORGNIZZARSI MEGLIO ED A VINCERE LA COMPETIZIONE ELETTORALE FRUTTO DI ANALISI SOCIOECONOMICHE E DI SOLUZIONI CHE HANNO TROVATO UN RISCONTRO NEL POPOLO SOVRANO.
Quindi io non o dubbi soglia del 4% con preferenze.
Detto questo, voglio aggiungere due cose fuori tema. In queste ultime elezioni è venuto fuori che RC non ha raggiunto il minimo per usufruire dei contributi elettorali cosa che invece è toccata alla Santacchè. ECCO COSA E’ ANTIDEMOCRATICO UN CONTRIBUTO CHE NON DA LA POSSIBILITA’ A TUTTI DI PARTECIPARE ALL’ERANA POLITICA. CONTRIBUTO CHE DEVE ESSERE GIUSTO ED EQUO COSA CHE PURTROPPO NON ACCADE IN ITALIA ED E’ UNA DELLE MAGGIORI CAUSE DI DISSENZO FRA I CITTADINI CHE SI DOMANDANO PERCHE’ CHI NON è PIU’ IN PARLAMENTO DEVE ANCORA ATTINGERE ALLE RISORSE PUBBLICHE?
L’altra questione sono le primarie in Toscana, quando ci sono e sono fatte l’elettorato premia il partito con la propria affluenza. Certo ci possono essere delle sorprese come a Collesalvetti o a Calcinaia, MA QUESTA è LA DEMOCRAZIA INTERNA AI PARTITI CHE ACCETTANO IL VOLERE DEGLI ELETTORI.
Poi sono d’accordo con quanto ha detto lei onorevole in un incontro provinciale, CHE PER VINCERE LE ELEZIONI LE PERIMARIE NON BASTANO MA BISOGNA PRODURRE POLITICA CHE TROVI RISCONTRO FRA I CITTADINI.
Ma il solo fatto di far concorrere chi è stato scelto dalla base del partito, e come si suol dire essere già a metà strada. Oggi non è più come ieri che la base votava a prescindere dal candidato. I nostri giovani sono giustamente meno ideologizzati e ci stanno stretti nelle briglie imposte dall’alto. E quando non gli viene dato la possibilità di esprimersi si spostano e diventano grillini quando va bene perché spesso invece non vengono nemmeno a votare e questo è sicuramente peggio per un democratico, sopratutto perché il diritto dovere di votare in Italia è una conquista costata sangue e umiliazioni ai nostri predecessori.
L’articolo di Giannini, da lei evidenziato mette in luce la cosa più vecchia del mondo che la concorrenza erode gli utili aziendali. E per questo che nascono le lobby e sono attive e generose con chi a il “potere politico in quel momento”. Le lobby sono apolitiche vanno sottobraccio anche con la morte se questo ingrassa il portafoglio. MA SE MI E’ PERMESSO STAREI ATTENTO A CONFONDERE LA CRISI ATTUALE CON QUANTO SCRITTO DA GIANINI.
L’attuale crisi è frutto di politiche neoliberaliste per noi ma guidate da una destra americana che è di fatto Anarcoliberista e che in sintesi proprio perché “anarco” non accetta regole.
MA QUALI REGOLE DEVONO GUIDARE IL MERCATO?
Oggi tutti riscoprono Keynes, ma lo fanno ad uso e consumo proprio. Keynes sosteneva che gli economisti contemporanei sono sempre “ nipotini fedeli di qualche economista morto” ed aveva ragione, oggi la teoria del commercio internazionale non può più essere tal quale a quella elaborata da D.Ricardo perché le situazioni socioeconomiche sono diverse. Infatti è lo stesso Keynes che negli anni trenta afferma: “Le conseguenze di una estrema libertà dei mercati che viene concessa alla finanza che investe all’estero, dove viene meglio retribuito l’investimento dei capitali, a causa di una diversità storica e socio-economica, mi hanno sempre turbato. Fino a che punto è legittimo investire in paesi con condizioni socioeconomiche diverse, godendo dei vantaggi dei bassi salari, aumentando e migliorando gli utili delle nostre aziende Nazionali?” SUCCESIVAMENTE, PETER DRUKER PADRE DEL MANAGEMENT AMERICANO, MA UOMO ECLETTICO CHE ERA AVVOCATO PER NECESSITA’, SOCIOLOGO PER PASSIONE ED ECONOMISTA PER PURO CASO AFFERMERA’ “ I dazi non sono un atto di egoismo sociale, ma sono la difesa della nostra
emancipazione Democratica che noi chiamiamo Welfare State (P. Drucker)”.
Oggi occorre fare questa riflessione, e dire che il commercio internazionale è fondamentale, per la crescita e il benessere dei popoli, ma che questo commercio non può essere fatto utilizzando il dumping sociale, perché questo si ripercuote sui diritti di cittadinanza democratica (quelli sostenuti dal sociologo T.H. Marshall) che sono una conquista sociale delle nostre democrazie.
Colgo l’occasione per comunicare che è disponibile in rete un Ebook di contribuiti uscito a metà Dicembre da parte del circolo di Bientina. Dove si affronta anche questo tema in un lungo articolo dal titolo “ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO O RESPONSABILITA’
DEMOCRATICA?” http://partitodemocraticobientina.wordpress.com/
COMMENTO ORE 18 Intervengo con queste poche righe proprio mentre in aula si sta
discutendo e votando l’introduzione dello sbarramento al 4%. il confronto è
incominciato con l’opposizione dell’MPA e dei radicali e con l’anticipo di una
protesta di ex-parlamentari di partiti della sinistra radicale e socialista. Poco
prima si era conclusa l’assemblea del gruppo del Pd che ha approvato la proposta
dello sbarramento con tre voti contrari e due astensioni. Nel gruppo c’è stato un
dibattito ampio nel quale erano presenti anche molte argomentazioni sviluppate negli
interventi sul blog. Sul resto vi racconto stasera. Ora devo seguire le votazioni.
Come sapete la Camera ha approvato a grande maggioranza la modifica della legge elettorale per le elezioni europee. L’accordo raggiunto fra la maggioranza e le opposizioni ha retto bene nel confronto parlamentare. L’esito è quello di una misura che riduce la frammentazione politica che nel Parlamento europeo aveva visto la rappresentanza italiana eccessivamente articolata, tale da indebolire il peso del nostro Paese. Il compromesso sulla soglia del 4% è accettabile e comunque non impedisce a nessun piccolo partito di partecipare e anche –è augurabile- di tentare processi aggregativi. In questo senso le considerazioni di Francesca, Massimiliano e Domenico si ritrovano in un ragionamento abbastanza vicino. E tutto sommato anch’io ho ragionato sulla base di queste argomentazioni, anche se ho sentito e sento molte delle preoccupazioni di Martino. Soprattutto spero che non passi l’idea di un Pd tutto preso da una sorta di egoismo elettorale e sordo verso i problemi della rappresentanza. Non è così. L’esigenza di semplificazione del sistema politico è uno degli obbiettivi centrali nel progetto di fondazione del Pd; non è certo un tema che abbiamo posto solo ora. Anzi possiamo dire che ogni altra posizione, al di fuori dello sbarramento, avrebbe messo in evidenza una forte incoerenza con le idee e le proposte finora sostenute dal Pd.
Segnalo, l’ultimo editoriale del centro studi BNL, che analizza le crisi Italiane dall’Unità di Italia ad oggi.
Può essere utile per chi è appassionato di questi temi.
http://www.bnl.it/SupportingFiles/Economia_Focus_PDF.pdf
Bersani su Repubblica lancia la sua candidatura per la leaderscip del PD. La pretesa è legittima in politica.
Ma io ho le mie perplessità che rimangono(per ora), per una classe dirigente che ha portato i DS ad essere il partito del 17% e non ci dimentichiamo che dopo il caso Consorte e il disastro dell’Unione, i due Leader maggiori dei DS erano impresentabili all’opinione pubblica di qui la scelta di candidare Veltroni.
Fra l’altro Veltroni è uno dei pochi leader che provengono dalla sinistra che parla senza problemi di lavoratori e di imprese.
D’Alema e Bersani mi sembra che vogliano fare il Partito socialdemocratico in Italia con 20 anni di ritardo.
Ma vedremo c’è tempo per dire a Bersani di esprimersi sugli sgravi fiscali che sono concessi alle COOP ( grande distribuzione, assicurativi, bancari) che con il sociale nel 2008 centrano come il cavolo a merenda, ma che di fatto contribuiscono meno delle altre imprese al mantenimento dello stato sociale.
Proviamo a fare un ragionamento sul caso di Eluana.
Come faccio sempre di fronte alle cose complesse e del quale o poca conoscenza,provo a fare un ragionamento cercando di essere poco relativista e di mettermi in terza persona e mi domando:
Cosa è oggi Eluana?
Può essere considerata un essere umano?
Quale condizione di dignità diamo noi all’essere Umano?
Qualora uscisse dal coma come sarebbero le sue condizioni fisiche e psichiche?
Io credo che la condizione Umana debba essere considerata come una forma di convivenza e di interrelazione in qualunque forma con il mondo degli uomini. Mi spiego meglio se Eluana fosse in grado di interagire (grazie alla tecnologia scientifica)anche se il suo corpo rimane immobile senza nessuna espressione e alimentato artificiosamente allora Eluana è umana perché assume una funzione sociale che la integra nella in una qualche maniera nella comunità degli uomini.
Ma Eluana così come è dopo 17 anni di coma è e potrà rimanere li perchè alimentata artificiosamente e artificiosamente si mantengono in vita solo gli organi che alimentano ( sarebbe meglio dire che rallentano il loro degrado)le loro ed esclusive funzioni,che sono in questo caso fini a loro stessi e non consentono ad Eluana di assolvere alla vera unica e naturale funzione Umana che è quella di interagire con i tuoi simili.
IN SOSTANZA 17 ANNI SONO TANTI, OLTRE MI SEMBREREBBE SOLO E SOLTANTO UN ACCANIMENTO SU ELUANA INDIPENDENTEMENTE DALLA CERTEZZA DELLE SUE OPINIONI QUANDO ERA IN VITA, PERCHE’ QUESTO E OGGI ELUANA E SOLO UN CADAVERE CHE FA DA INVOLUCRO AD UN AMMASSO DI ORGANI SCOLLEGATI DALL’UOMO E DAL SUO ESSERE.
Accolgo, in ritardo e me ne scuso, l’invito di Paolo ad esprimere opinioni sulla legge dello sbarramento del 4% alle elezioni europee. Una soglia che, a detta di molti, farà sì che la rappresentanza italiana in Europa sia più forte e spingerà la sinistra radicale ad aggregarsi.
Sandro Gozi, in un suo articolo su Europa, indica quelle che, a suo avviso, sono le tre ragioni fondamentali di tale rafforzamento: evitare la dispersione degli eletti italiani nei vari gruppi del parlamento europeo per accrescere l’incidenza della rappresentanza del nostro paese; impedire che il governo in carica utilizzi le elezioni europee come occasione di performance ed al tempo stesso test dello stato di salute dell’opposizione; costruire una classe politica europea in Italia. Inoltre va ricordato che:
– l’attuale legge elettorale nata quando, a differenza di oggi, il parlamento europeo non aveva potere legislativo
– la diminuzione, a decorrere dal prossimo giugno, del numero dei seggi parlamentari a seguito del Trattato di Nizza
– l’utilizzo di un metodo matematico per le assegnazioni su base proporzionale ( il metodo D’Hondt di cui ci si avvale sia per attribuire ai gruppi il numero di cariche che per ripartire le cariche tra le delegazioni nazionali di ogni gruppo) che premia in primo luogo i gruppi più grandi e successivamente le delegazioni nazionali che, all’interno dei gruppi, sono più numerose.
Un’analisi ineccepibile che tuttavia lascia intatto, almeno per me, un grosso interrogativo: perché impedire la rappresentanza politica dei cittadini italiani che si riconoscono nelle piccole formazioni che non supereranno mai il 4% ? Certo, si tratta di forze minoritarie, ma noi ci caratterizziamo per la difesa delle minoranze (etniche, religiose ..) ed allora perché assumere un atteggiamento opposto per quelle politiche ? Temo che l’accordo tra PD E PDL, come sostiene Martino, rischi di essere letto come una soluzione ideata a misura dello loro esigenze. E questa normativa poi, non dimentichiamolo, non è il risultato che conclude un’ ampia e approfondita discussione, ma arriva fulmineamente, senza aver subito emendamenti, dopo un’unica seduta, con voto bipartisan.
La pluralità di partiti che esiste in Italia non può essere disconosciuta. Personalmente credo sia una risorsa piuttosto che un problema ed in quanto risorsa deve essere valorizzata per un aperto confronto ed auspicabilmente per la costruzione di un progetto comune finalizzato al governo del Paese.
Paola