M'impegnerò perchè anche ai sindaci sia consentita la possibilità di visita e ispezione negli istituti di pena
La settimana – per il mio stato d'animo – è iniziata bene. Il successo dei colori nerazzurri, pisani e interisti, ha sviluppato il buon umore anche se, in generale, non c'è da stare molto allegri.
Basta pensare alle immagini dei telegiornali sull'assalto ai Rom con le bottiglie incendiarie ed ai pericoli di una campagna che non distingue fra etnia e criminalità; e poi all'aggravamento della vicenda dei rifiuti a Napoli in cui dalla mancata raccolta si passa allo sparpagliamento. In questi giorni l'attesa più forte è verso le misure sulla sicurezza annunciate dal Governo Berlusconi.
Ancora non si capisce bene quale sia la scelta di fondo: se riprendere il pacchetto predisposto dall'ex ministro Amato o se puntare sul forte inasprimento del sistema penale. E' evidente che le misure possono provocare conseguenze e impatti diversi anche sul sistema penitenziario italiano, già oggi sottoposto ad uno stress molto forte dal quale emergono serie inadeguatezze.
Per questo ho ritenuto utile cercare subito un contatto con la realtà pisana, quella del Don Bosco, che in parte già conoscevo ma che di fronte alle novità annunziate potrebbe vedere crescere una ulteriore complicazione per i problemi che già esistono a partire da quelli del sovraffollamento. Penso che si tratti di un dovere per ogni parlamentare seguire questi problemi.
E' un dovere che sento ancora di più in quanto da Sindaco non mi erano riconosciute quelle prerogative che sono invece date ai parlamentari e ai consiglieri regionali, di poter entrare senza preventiva autorizzazione negli istituti di pena.
Anche questa anomalia va superata e spero di poter riprendere la proposta di modifica delle norme, già avanzata da Realacci nelle passate legislature, per riconoscere ai Sindaci la possibilità di visita e d'ispezione nelle carceri che sono nel territorio di loro competenza.
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