Siamo alla fine di un anno pessimo, da ogni punto di vista. Il peso delle guerre, delle ingiustizie e delle diseguaglianze sociali che crescono, delle povertà che aumenta a partire da quella formativa e culturale, dell’ipocrisia e dell’approssimazione che dominano il sistema dell’informazione, mi sembra sempre più evidente. Allo stesso tempo colpisce la caduta di senso critico e di impegno partecipativo di una grande parte di cittadini che si riconoscono nei valori della Costituzione. Talvolta assistiamo a iniziative di mobilitazione importanti, a manifestazioni sia sindacali che civili molto partecipate, ma prive di uno sbocco politico e quindi destinate a non incidere nei rapporti di forza del Paese. Anzi, accade che anche in tanti di coloro che auspicano un cambiamento si manifesti un atteggiamento di lontananza verso la politica, facendo prevalere di fatto posizioni di sfiducia e di delusione a tutto tondo. Posizioni da cui può nascere poco o niente di costruttivo. Sento anch’io il carico di un consistente pessimismo sulla situazione politica che viviamo, e per pensare al 2024 in termini di speranza, come ovviamente va fatto, ce ne vuole davvero tanta.
Tuttavia non credo sia giusto rassegnarsi, disertare dalla lotta politica. Sono rientrato nel PD sull’onda della domanda di novità e di svolta espressa dalle primarie che hanno eletto Segretaria Elly Schlein, con l’idea che questo cambiamento possa rimotivare tante persone che si sentono parte della sinistra. Certo si tratta di un percorso difficile, che comporta un mutamento di linea politica e anche di atteggiamento dei gruppi dirigenti. Il recupero di una funzione credibile sul piano elettorale e della presenza sul territorio dipende in grande parte dalla capacità di trasmette chiarezza politica e coesione del partito. Se invece permangono ambiguità e comportamenti che frenano oppure ostacolano l’azione collettiva e’ assai difficile immaginare un recupero di consensi e di posizioni. In tal senso il passaggio delle elezioni europee sarà fondamentale perché il rischio che in italia si consolidi e si stabilizzi una maggioranza di destra destra e’ molto serio. Dice un noto sociologo, analista dei comportamenti italici come Giuseppe De Rita, che gli italiani sono “schiavi della tv, delusi e insoddisfatti ma votano chi è di moda”. Indubbiamente è vero, anche se bisogna sempre segnalare chi sono e cosa vogliono i “padroni” del sistema mediatico. Mi vengono queste considerazioni mentre scrivo in primo luogo per fare gli auguri per il nuovo a non a tutte e tutti. Forse sono un po’ troppo fosche e inadatte, ma lo stato d’animo è questo.
Anche sul piano della situazione politica locale, pisana, c’è l’esigenza di una riflessione e di una discussione approfondita. La coalizione di destra centro che ha vinto le elezioni comunali, guidata dal Sindaco Michele Conti, sta lavorando sugli obiettivi del proprio programma con diverse opere pubbliche finanziate con il Pnrr, o dallo Stato e da altri Enti, e con tanti annunci di progetti futuri. Ci sono cose buone e utili e altre assai discutibili e nocive . Tuttavia, a mio parere, il lato più debole e deficitario della proposta di Conti resta l’assenza di una visione e di un progetto per il futuro della città. O meglio, la scelta di seguire passivamente una serie di domande e di interessi economici che nella realtà si propongono di mantenere e conservare l’equilibrio esistente e non il proposito di rilanciare Pisa attraverso un progetto di riqualificazione urbana basato sul miglioramento e la riorganizzazione dell’offerta culturale e turistica e sulla qualità ambientale e della vita dei residenti e degli ospiti della città. La prima dimostrazione di tale scelta è quella di continuare a pensare i percorsi del turismo concentrati intorno alla Piazza dei Miracoli depotenziando e abbandonando l’idea del sistema musicale sui Lungarni, evidentemente visti come asse perpetuo di scorrimento del traffico urbano, che ovviamente non si pensa nemmeno lontanamente di ridurre.
Ma potremmo fare anche altri esempi, che semmai riprenderemo in altre occasioni. Quello che invece mi preme segnalare è la scarsa incisività che pare emergere, almeno per adesso, dall’azione delle forze e dei gruppi di minoranza. Quello che si presenta agli osservatori è un eccesso di frammentazione, nel quale è difficile individuare i contenuti e gli obiettivi del confronto che si svolge in Consiglio Comunale. E soprattutto manca, o è molto debole, il riscontro con il territorio, con i cittadini coinvolti nei diversi provvedimenti. A volte si ha l’impressione che vengano avanzate proposte e prese posizioni solo per guadagnare un servizio sulle tv locali o una foto sulle cronache più che per attivare iniziative concrete. Se posso dirlo, la mia opinione è che la sinistra, quantomeno l’alleanza che alle elezioni ha sostenuto la candidatura di Paolo Martinelli, si muova con maggiore coesione e coordinazione. E’ importante il messaggio unitario, così come è importante il ruolo e il riferimento centrale della rappresentanza. Se ogni lista si preoccupa solo di tenere accesa la propria luce alla fine si spengono tutte. E comunque, anche sul piano locale, sarà decisiva la capacità di attivare, e di attivarsi, di energie nuove.
E’ con questo auspicio che spero possa svilupparsi al più presto un dibattito nella sinistra cittadina, organizzata e non. Ma comunque Buon Anno a tutte e tutti.