"Berlusconi? Si vince solo battendolo alle elezioni"
Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, interviene al Palazzo dei Congressi, una delle "Mille Piazze per l'Alternativa" promosse nella giornata di venerdì. Ed indica l'obiettivo di lavoro del Partito Democratico.
La critica: «Il PdL è il partito di uno solo: si chiudono in una stanza e decidono». L'autocritica: «Ma il Pd, diciamocelo chiaramente, ancora non c'è. E dunque: come biasimare gli italiani quando, attraverso i sondaggi, ci fanno sapere che non hanno più fiducia nei partiti?». Poi le proposte: «Ci pensate che cosa significherebbe per il nostro Paese fare la riforma elettorale? Permettere ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti, anche con il concorso di pezzi della maggioranza, per come sta messa oggi l'Italia sarebbe una vera e propria rivoluzione».
Parla per esempi e immagini Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd, in piedi davanti alla platea del Palazzo dei Congressi di Pisa, una delle "Mille piazze per l'alternativa", l'iniziativa promossa a livello nazionale dal Partito Democratico nella sera di venerdì. E così facendo, insieme al deputato del Pd Paolo Fontanelli e al sindaco di Pisa Marco Filippeschi, traccia profilo e soprattutto obiettivi del partito che sta nascendo: «I processi del Presidente del Consiglio sono problemi suoi e tali devono rimanere: la questione si pone quando si pretende di farli diventare un tema d'interesse nazionale. Ma su questo dobbiamo essere chiari, anche al nostro interno: Berlusconi si batte solo vincendo le elezioni, non ci sono alternative. E dobbiamo lavorare per questo ».
Lo ribadisce anche Fontanelli: «Tante piazze per l'alternativa servono proprio per parlare meno dei suoi problemi e più dei nostri -ha detto-: il mondo del lavoro e la crisi che sta facendosi sentire anche dalle nostre parti. Basta andare nel comprensorio del Cuoio per rendersene conto. Ma è in ginocchio anche il comparto della sicurezza. E in Abruzzo il Consiglio Comunale de L'Aquila ha tenuto l'ultima seduta fra le macerie per far sapere che la ricostruzione è ferma». Dunque un dato di fatto, per il deputato è chiaro: «Prima Berlusconi se ne va, meglio è: per l'Italia e per la democrazia. E però -continua- non possiamo nasconderci alcuni evidenti segni di contraddizione presenti nel nostro Paese se è vero che, nonostante tutto quello che sta accadendo, stando a quello che ci dicono gli ultimi sondaggi gli italiani continuano ad essere favorevoli all'aumento dei poteri del premier».
Quindi la via è quasi obbligata: «Dobbiamo avere la forza di andare incontro al bisogno d'alternativa che sta emergendo nel Paese-spiega Filippeschi-. Da un lato mettendo il dito nelle tante piaghe aperte nel nostro Paese come, ad esempio, abbiamo fatto a Pisa sabato scorso con un presidio davanti alla Prefettura contro i tagli del governo alle politiche sociali cui hanno partecipato tutti i comuni della provincia, i sindacati e quasi tutto il mondo del terzo settore». Dall'altro portando avanti le proposte: «Guai abbandonare la strada del riformismo -conclude il sindaco-: dobbiamo avere il coraggio di proseguire la battaglia sulle riforme anche costituzionali. Guai lasciare questa bandiera in mano ai Brunetta e al populismo berlusconiano».
fp