Giorno di auguri e di regali. Ma purtroppo Babbo Natale non arriverà per tutti. I dati ci dicono che sono cresciute le diseguaglianze, che sono sensibilmente aumentate le persone e le famiglie che vivono in difficoltà economiche, che il disagio sociale e’ cresciuto. Allo stesso tempo ci sono i segnali concreti di una ripresa economica, ma non è accompagnata da politiche redistributive e quindi non riduce la forbice degli squilibri sociali. E’ evidente che c’è bisogno di una svolta profonda nella politica e nelle politiche seguite finora, in Italia e in Europa. Per questo bisogna augurarsi una nuova nascita. Una rinascita. E’ la speranza di questo Natale a ridosso delle elezioni.
Nei giorni scorsi si sono visti e ascoltati commenti più o meno “interessati” al tema del presepe o dell’albero di Natale. Il posto principale sulla scena l’ha preso l’abete di piazza Venezia, ribattezzato “Spelacchio”. Lo hanno dichiarato morto, poveretto. Quale sia la causa non si sa. Forse per incompetenza e incuria; o forse per paura, perché ha immaginato che da quel balcone, visti i tempi, si potesse riaffacciare qualcuno vestito di nero. Comunque a me “Spelacchio” fa simpatia e alla sera, con tutte le luci accese, fa la sua figura. Per quanto riguarda il presepe da tre anni e’ presente anche alla Camera attraverso la donazione del Comune di Tolentino. Speravamo di festeggiarlo con l’approvazione della legge sullo “ius soli”, ma purtroppo non sarà cosi’.
Tuttavia AUGURI, AUGURI E AUGURI di BUONE FESTE.