Scrivo di domenica alla vigilia del PRIMO MAGGIO. Domani è la FESTA DEL LAVORO e il pensiero va giustamente al significato e al valore di questa scadenza. Oggi più che mai. La crisi, una delle più lunghe crisi dell’epoca moderna, ha accentuato le difficoltà e le condizioni di vita di tanta parte della popolazione dei Paesi occidentali. Soprattutto dei ceti più deboli, ma ha impoverito fortemente anche i ceti intermedi. Il mondo del lavoro dipendente, nelle imprese come nella realtà dei servizi, ha visto diminuire progressivamente la tutela dei propri diritti e il tema della dignità del lavoro è finito in secondo piano. Ma il fatto ancora più allarmante è la mancanza di lavoro, la condanna alla disoccupazione di milioni di persone, soprattutto giovani. E questa assenza di prospettive alimenta atteggiamenti di sfiducia e di esasperazione sociale che spesso sfociano in un risentimento individualistico, contro tutti, che non favorisce la battaglia collettiva per affermare un reale e concreto cambiamento di questa situazione. Mentre è proprio questo il senso del PRIMO MAGGIO, quello di dire che solo attraverso la lotta collettiva, l’unità del mondo del lavoro, la partecipazione dei lavoratori, si può conquistare un livello più avanzato sul piano della dignità del lavoro in tutti si suoi aspetti, dalla sicurezza al salario. Ecco, bisogna ritrovare pienamente il senso di quel valore. Mentre negli ultimi anni, e in particolare con le politiche attuate da Renzi, è stata teorizzata e portata avanti l’idea che sviluppo e occupazione si fanno con la destrutturazione del diritto del lavoro, la flessibilizzazione totale del mercato e dei rapporti di lavoro, il ridimensionamento e il disconoscimento del ruolo della rappresentanza sindacale.
Renzi continua a magnificare i risultati del Jobs Act e molti, nel PD, ci credono. Ma la realtà delle cose è un’altra. In proposito Consiglio di leggere l’articolo su Repubblica di ieri di Ilvo Diamanti dal titolo “I delusi del lavoro”, e poi anche quello su Repubblica di oggi che argomenta, cifre alla mano, come il Governo Renzi abbia speso enormi risorse per i bonus invece di sostenere gli investimenti pubblici, come chiedeva e chiede la sinistra prima nel partito e ora fuori, che avrebbero rinforzato strutturalmente il Paese e creato nuovi posti di lavoro stabili. Allora il tema di fondo della manovra economica e di bilancio che si farà nel prossimo autunno non potrà che essere quello di una svolta vera rispetto a ciò che si è fatto negli ultimi anni. Dobbiamo prepararci per questa battaglia. BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI !