Il sovraffollamento del carcere "don Bosco" di Pisa è nei numeri visto che attualmente ospita quattrocento detenuti, quasi il doppio dei 226 posti regolamentari e un centinaio in più dei trecento indicati come livello tollerabile. «E la situazione è simile anche nella sezione femminile, che ospita 40 detenute a fronte dei 25 posti ufficialmente consentiti», spiega Paolo Fontanelli, all'uscita della Casa Circondariale, dopo una visita nell'ambito di "Ferragosto 2009 in carcere", l'iniziativa promossa dalla Camera dei Deputati in collaborazione con Radio Radicale e i Radicali Italiani per tener desta l'attenzione sulla condizione dei luoghi di detenzione italiani.
Il problema aggiuntivo è che «la pressione proveniente da altri territori è in costante aumento per la presenza di un centro clinico particolarmente qualificato e apprezzato e finisce con l'acuire i seri problemi igienici che vanno a sommarsi ad altri di varia natura: addirittura nel giudiziario è stata approntata una cella-camera con dieci brande e un solo bagno», spiega Fontanelli che durante la visita è stato accompagnato dal Garante cittadino dei Detenuti Andrea Callaioli e dai vicedirettori del carcere. «La situazione è assai difficile anche dal punto di vista del controllo e del funzionamento della struttura poiché gli agenti sono in numero inadeguato a far fronte a tutti i servizi e, quindi, sono sottoposti ad uno stress continuo -continua il deputato del Pd-. A ciò si aggiunga che la manutenzione della struttura è carente a causa della mancanza di fondi». Nonostante ciò «Pisa, a detta di tanti incluso il Ministero di Giustizia, non è tra i casi più gravi nel panorama carcerario italiano. Ma se è vero allora, va detto che il sistema carcerario del nostro Paese è non solo "al di fuori della Costituzione" come ha ammesso anche il Ministro Alfano, ma è fuori da ogni minima condizione di diritto umanitario. Situazione che coinvolge tutti: quelli che sono obbligati a starci e quelli che ci lavorano. Dunque è necessario agire subito. E la prima esigenza è quella di dotare gli Istituti di pena delle risorse necessarie per affrontare questa enorme emergenza. Che senso hanno gli annunci fatti dal Governo di un nuovo piano carceri quando non si garantiscono i fondi per far fronte agli impegni e obblighi di tutti i giorni? Ecco perchè l'iniziativa promossa dai parlamentari di tutti i gruppi con i garanti è un fatto importante, che va sottolineato, proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica e spingere il Governo ad assumersi le proprie responsabilità».